America centrale. Il grido di Guatemala e Nicaragua devastati dal doppio uragano
Alle centinaia di morti si somma la distruzione di raccolti e infrastrutture. La solidarietà di Cefa e Los Quinchos
di Lucia Capuzzi
Centinaia di vite strappate. A distanza di una settimana, non c’è ancora un bilancio definitivo delle vittime provocate dagli uragani Eta e Iota, che si sono abbattuti uno dopo l’altro sull’America centrale. Ai morti, poi, si somma un’incalcolabile scia di distruzione a infrastrutture e raccolti. Un danno enorme per i contadini che sopravvivono di agricoltura di sussistenza. Soprattutto in Nicaragua e Guatemala, i Paesi più colpiti dai cicloni.
In quest’ultimo, si teme un ulteriore incremento della malnutrizione infantile, di cui già soffre un minore su due. Proprio per migliorare la nutrizione delle comunità rurali di Cobán, Cefa ha creato il progetto CaféyCaffè, in collaborazione con la cooperativa Samac. Patricia, figlia di uno dei soci, racconta il dramma ma anche la voglia di ripartire dalla comunità
Anche in Nicaragua la situazione è tragica. I due uragani costeranno alla nazione tra i tre e i quattro punti percentuali di Pil, secondo quanto sostenuto dal governo. La Finca, fattoria dell’associazione Los Quinchos (www.facebook.com/losquinchos.it), ha subito gravi danni per la caduta degli alberi. I ragazzi ospiti e gli operatori, però, stanno bene e hanno deciso di andare ad aiutare chi non ha niente.