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Bambini nel mirino: gli effetti devastanti della violenza esplosiva

Uccisioni, mutilazioni, bambini soldato, violenze sessuali, rapimenti: ecco quali sono le conseguenze sui bambini dell’uso di armi esplosive. A cui si aggiunge una drammatica eredità che resta per anni. Lo denuncia l’organizzazione Action on Armed Violence.

di Irene Masala

Tra il 2011 e il 2020 sono almeno 17.035 i minori uccisi e feriti in seguito a esplosioni segnalati dai media anglofoni. Altri 807 bambini sono invece vittime di ordigni inesplosi (Unexploded ordnance – Uxo).

Ma questi numeri, sostiene Action on Armed Violence (Aoav), ente che si occupa soprattutto dei danni causati ai minori dalle armi esplosive, sarebbero solo una parte del numero complessivo delle vittime.

Bambini sotto attacco nel report dell’Aoav
«Molti bambini vittime di violenza esplosiva non sono riportati nei media in lingua inglese e i gruppi di monitoraggio e osservazione non sempre distinguono tra adulti e bambini», si legge nel recente report Infanzia sotto attacco, pubblicato dall’Aoav il 25 febbraio. Questi dati rappresentano quindi la base dati minima del numero di vittime minori di cui si è potuto tener traccia.

Quando le armi esplosive sono usate in contesti urbani o densamente popolati, gli effetti sono indiscriminati.

«A causa del loro impatto devastante su vasta area, le armi esplosive feriscono più bambini rispetto ad altri tipi di armi convenzionali, come le armi da fuoco», sottolinea il report.

Bambini in guerra: in Siria, Afghanistan e Yemen il maggior numero di incidenti

I dati dell’Aoav mostrano inoltre come in tutto il mondo, tra il 2011 e il 2020, ci siano stati almeno 402 incidenti causati da armi esplosive usate contro scuole e università. Questi attacchi hanno provocato oltre 5.961 vittime civili, di cui almeno il 27% era costituito da bambini.

Complessivamente, la geografica della distruzione da armi esplosive vede al primo posto assoluto la Siria (più di 7 mila incidenti hanno coinvolto bambini), seguita a distanza da Afghanistan (un po’ meno di 3 mila), Yemen, Pakistan e Striscia di Gaza (tutti sopra i mille), Iraq, Libia, India, Somalia e Ucraina.

Incidenti con ordigini esplosivi che hanno coinvolto i bambini tra il 2011 e il 2020, suddivisi per Paesi – Fonte: AOAV

Bambini vittime delle guerra: l’impatto della violenza esplosiva nel lungo periodo
Il report analizza non solo gli effetti immediati della violenza esplosiva sui minori, ma anche quelli di lungo periodo e, quindi, tutte le conseguenze che queste esplosioni avranno a distanza di anni. Le armi esplosive hanno effetti devastanti soprattutto quando sono usate all’interno delle comunità e provocano danni alle infrastrutture, parti integranti della qualità della vita di un minore.

La maggior parte delle vittime minorenni non è causata da un’esposizione diretta. Si tratta invece di vittime del danneggiamento di riserve alimentari, fonti d’acqua, luoghi di riparo e di assistenza sanitaria. «Questi effetti indiretti non sono considerati nei dati; spesso non vengono adeguatamente valutati nella letteratura; né vengono affrontati sufficientemente dalla risposta umanitaria».

Per quanto riguarda gli impatti a lungo termine e gli effetti diretti della violenza esplosiva sui minori, invece, sono «sottostimati, sotto finanziati e poco conosciuti». Secondo l’Aoav, i ragazzi sono soggetti in modo evidentemente superiore alle lesioni causate da esplosioni, mentre le ragazze sono maggiormente esposte a emarginazione e violenze sessuali.

Negli ultimi dieci anni, il numero di bambini usati per perpetrare atti di violenza esplosiva è aumentato: «I progressi nella tecnologia delle armi esplosive hanno reso i dispositivi esplosivi sia più letali ma, allo stesso tempo, anche più facili da usare per i bambini». Tra il 2012 e il 2019, il 14% di tutti gli attentati suicidi di terrorismo, uno su sette, è stato compiuti da minori.

Bambini in Afghanistan

Mortalità più alta per i minori
I bambini hanno una probabilità sette volte maggiore di morire per lesioni causate da esplosioni rispetto agli adulti, si legge nel report (qui il Pdf). Questo tasso di mortalità più elevato non è solo dovuto alla maggior vulnerabilità fisiologica dei bambini, ma anche alla qualità e al costo dell’assistenza pediatrica fornita nelle zone di conflitto.

«I bambini hanno molte più probabilità di subire ferite alla testa e al viso rispetto agli adulti; lesioni al viso, collo, testa, arto superiore e tronco colpiscono il 31% dei pazienti adulti rispetto all’80% dei pazienti bambini».

Per questo motivo, armi esplosive progettate per mutilare i combattenti maschi adulti si rivelano letali per i minori.

Purtroppo, anche quando i combattimenti finiscono, i bambini continuano a essere esposti a grandi rischi: i minori hanno il 50% di probabilità in più di essere vittime di un’esplosione dopo la fine della guerra, piuttosto che durante il suo svolgimento.

«Gli Uxo e i residui bellici esplosivi (Erw) hanno un effetto sproporzionato sui bambini poiché sono inclini a giocare nei campi minati e raccogliere questi dispositivi a volte colorati, simili a giocattoli».

Osservatorio Diritti

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