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Canada. Nuova terribile scoperta di resti di bambini: ritrovate centinaia di tombe

Durante gli scavi nell’ex collegio cattolico di Marieval, nella provincia di Saskatchewan, sono venuti alla luce altri corpi di piccoli vittime di abusi. Gli scavi erano cominciati a maggio.

di Silvia Guzzetti

È un’altra terribile scoperta, forse la più importante fino ad ora, quella fatta durante gli scavi nell’ex collegio cattolico di Marieval nella provincia di Saskatchewan. Sono venute, infatti, alla luce, centinaia di tombe anonime, certamente di bambini sottratti ai genitori e vittime di abusi, molti morti soltanto per la colpa di essere diversi.

L’annuncio dell'”orribile e scioccante” ritrovamento è stato dato dalla comunità di Cowessess. Gli scavi erano cominciati a maggio, dopo la scoperta dei resti di 215 bambini, vicino a quella che un tempo era la Kamloops Indian Residential School, uno degli istituti del sistema delle cosiddette ‘Indian residential schools’, una rete di scuole fondate dal governo e amministrate dalle Chiese cattoliche che toglievano i figli degli indigeni alle comunità di origine per assimilarli nella cultura dominante. “Il numero di tombe senza nome sarà il più significativo fino ad oggi in Canada”, ha commentato, con un comunicato, la Federazione delle nazioni indigene sovrane (FSIN) riferendosi all’ex scuola di Marieval.

È stata la terribile scoperta dei resti umani di Kamloops a far avviare scavi in numerose ex scuole residenziali del Paese con l’assistenza delle autorità governative. L’ex scuola di Marieval, nel Saskatchewan orientale, rimase attiva per 98 anni,

dal 1899 fino al 1997, dove ora si trova Cowessess, a circa 87 miglia a est di Regina, la capitale della provincia del Saskatchewan.

Il mese scorso i resti di 215 bambini, alunni della Kamloops Indian Residential School sono stati ritrovati nella provincia della Columbia Britannica.

Oggi il capo della Cowessess Cadmus Delorme e il capo della federazione Bobby Cameron terranno una conferenza stampa presso la Marieval Indian Residential School per fornire maggiori dettagli sulla nuova scoperta.

Dal XIX secolo fino agli anni ’70, più di 150mila bambini delle Prime Nazioni furono tenuti a frequentare scuole cristiane finanziate dallo Stato come parte di un programma per assimilarli nella società canadese. Furono costretti a convertirsi al cristianesimo e non gli fu permesso di parlare le loro lingue native. Molti venivano picchiati e insultati, e si dice che fino a 6mila siano morti.

La comunità indigena canadese ha definito “tragico” il ritrovamento. “Chiedo a tutti i canadesi di stare a fianco delle First Nations in questo momento estremamente difficile”, ha scritto su Twitter Perry Bellegarde che guida l’ assemblea delle First Nations che rappresenta le comunità indigene. Ai bambini, i resti dei quali vengono ritrovati in questi giorni, non veniva permesso di parlare la propria lingua ed erano spesso maltrattati e picchiati. Secondo alcune stime si ritiene che in oltre seimila siano morti in queste scuole, l’ultima delle quali ha chiuso a metà degli anni ’90.

Nel 2008 il governo canadese si è scusato formalmente, davanti al Parlamento, per questa politica e per gli abusi fisici e sessuali che sono stati commessi in queste scuole. In quell’anno è stata anche creata una commissione, la Truth and Reconciliation Commission, che per anni ha indagato per ricostruire tutta la verità ed alla fine ha stabilito che molti dei bambini non tornarono mai nelle loro comunità. Molti dirigenti della Chiesa in Canada hanno presentato, da allora, le loro scuse alle famiglie.

“La triste scoperta – ha affermato Papa Francesco durante l’Angelus di due settimane fa – accresce ulteriormente la consapevolezza dei dolori e delle sofferenze del passato”. E il Pontefice ha assicurato che “le autorità politiche e religiose del Canada continuano a collaborare con determinazione per fare luce sulla triste vicenda e impegnarsi umilmente in un cammino di riconciliazione e di guarigione. Questi momenti difficili rappresentano un forte richiamo per tutti per allontanarci dal modello colonizzatore e camminare fianco a fianco, nel dialogo, nel rispetto reciproco e nel riconoscimento dei diritti e dei valori culturali di tutte le figlie e i figli del Canada”.

Anche Papa Benedetto XVI, nel 2009, aveva espresso “il suo dolore per l’angoscia causata dalla condotta deplorevole di alcuni membri della Chiesa” in Canada. Anche l’arcivescovo di Vancouver, Michael Miller, ha promesso che la Chiesa sarà “completamente trasparente, aprendo i nostri archivi e registri relativi a tutte le scuole residenziali, e solleciterà fortemente tutte le altre organizzazioni cattoliche e governative a fare lo stesso”. Quindi si è “scusato sinceramente e profondamente con i sopravvissuti e le loro famiglie, nonché con tutte le persone successivamente colpite, per l’angoscia causata dalla condotta deplorevole di quei cattolici che hanno perpetrato maltrattamenti di qualsiasi tipo in queste scuole residenziali”.

Avvenire

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