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Come l’avete combinato il pazzo?”. I messaggi in chat e i video dei bulli del pensionato morto a Taranto

Vessazioni e umiliazioni di ogni tipo su un uomo fragile, la cui storia racconta di una vita di solitudine e difficoltà
Corriere della Sera

Come l’avete combinato il pazzo?“. È solo uno dei tanti messaggi che i bulli di Antonio Stano, 66enne di Taranto, si scambiavano nel chat comune. Insieme a commenti e risatine di questo tenore, anche molti video in cui, come riporta il Corriere della Sera, di vedono immagini raccapriccianti:

Si vede un gruppo di giovani che entra in casa di un uomo visibilmente terrorizzato. Qualcuno stringe fra le mani un tubo flessibile come quelli delle docce, tutti urlano, quello con il tubo fa come i domatori di leoni quando per tenerli buoni battono la frusta per terra. Si sente il rumore del flessibile colpire il pavimento poi qualche colpo arriva a lui, all’uomo terrorizzato. Gli mettono un maglione sulla testa, urlano di nuovo, a un centimetro dalle sue orecchie

Vessazioni e umiliazioni di ogni tipo su un uomo fragile, la cui storia racconta di una vita di solitudine e difficoltà. Scrive ancora Corriere:

Era un uomo malato, Antonio. La sua mente era confusa e tutti, in paese, lo conoscevano come «il pazzo», «quello del Villaggio del fanciullo», dal nome dell’oratorio della chiesa di San Giovanni Bosco che sta proprio di fronte a casa sua. Dicono che fosse in cura al Centro di igiene mentale ma di fatto era abbandonato a se stesso, non seguito dai servizi sociali, come avrebbero richiesto le sue condizioni, né aiutato nella sua vita quotidiana dai parenti che vivono a un passo da lui. Si manteneva con la pensione che si era guadagnato lavorando all’arsenale di Taranto come operaio e tutti, a Manduria, sapevano che ormai da molti anni passava gran parte del suo tempo a coltivare la sua solitudine, aiutato in questo dalle sue condizioni psichiche. Le segnalazioni sono arrivate, ai servizi sociali. Ma lui è rimasto a casa sua, nella sporcizia e nell’indifferenza, sempre più isolato dal mondo.

Un bersaglio troppo facile per questo gruppo di 14 bulli:

Andavano da lui sempre più spesso, a volte dentro casa, a volte fuori. Gruppetti di tre, cinque o più persone che volevano soltanto vederlo spaventato a morte. Si divertivano a urlargli contro maleparole, a dare calci e pugni alla sua porta, a coprirgli la testa o a dargli scappellotti. E, naturalmente, a filmarlo mentre facevano tutto questo…

www.huffingtonpost.it

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