Browse By

Congo, raddoppiato il numero dei bambini malati di Ebola: “Sono 21.380, orfani o non accompagnati”

Il report dell’UNICEF. Sta crescendo con la stessa velocità dell’epidemia il numero di bambini orfani dell’Ebola o rimasti soli nella Repubblica Democratica del Congo. L’epidemia insorta più di un anno fa.

of Anna Maria De Luca

Migliaia di bambini in questi giorni stanno guardando i genitori che muoiono davanti a loro o vedono i propri cari portati nei centri di trattamento per lEbola, incerti sul quando o sul se torneranno. Pur lottando con il dolore e l’ansia, devono confortare e prendersi cura dei fratelli più piccoli. Molti affrontano la discriminazione, la stigmatizzazione e l’isolamento. Hanno bisogno di aiuto urgente. Da aprile ad oggi è più che raddoppiato il numero dei piccoli orfani o non accompagnati caduti nelle spire dell’ebola.

In aumento il numero dei bambini ammalati. “Sta crescendo con la stessa velocità dell’epidemia il numero di bambini orfani dell’Ebola o lasciati da soli”, spiega Edouard Beigbeder, rappresentante dell’UNICEF nella Repubblica Democratica del Congo. Ben 1.380 hanno perso uno o entrambi i genitori a causa dell’Ebola, dall’inizio dell’epidemia poco più di un anno fa. In questo stesso periodo, 2.469 bambini sono stati separati da chi si prende cura di loro e sono rimasti soli mentre gli adulti vengono sottoposti a screening e trattamento, isolati perché sono stati in contatto con qualcuno colpito da Ebola.

Servono cure specialistiche. L’UNICEF sta lavorando a stretto contatto con i partner e le comunità per identificare rapidamente i bambini colpiti e rispondere ai loro ampi bisogni fisici, psicologici e sociali. Nelle province dell’Ituri e del Nord Kivu, colpite dall’Ebola, è emergenza. Tutti i bambini hanno bisogno di assistenza psicosociale per mitigare gli effetti debilitanti della perdita, dello stigma e dell’isolamento, ed è per questo che l’UNICEF sta lavorando per aumentare rapidamente i programmi di protezione dei bambini nelle aree colpite dall’Ebola.

Gli operatori. Ad oggi, l’UNICEF ha formato 906 assistenti psicosociali e psicologi che forniscono una serie di servizi di assistenza personalizzata per i bambini orfani e separati. “Provenendo dalle comunità colpite, gli operatori psicosociali sono tra gli attori più fidati nella risposta”, spiega a Repubblica Pierre Ferry, responsabile dei programmi di protezione dell’infanzia dell’UNICEF nella Repubblica Democratica del Congo. “Come risultato, sono stati in grado di ridurre la discriminazione dannosa e la disinformazione e aumentare l’accettazione e l’impegno della comunità, che è fondamentale per fermare l’epidemia”.

Cosa fanno i team psicosociali. Forniscono ai bambini non accompagnati cibo, sostegno psicologico e assistenza materiale e lavorano per collocare i bambini orfani con parenti o famiglie affidatarie. Non è un lavoro facile quello degli assistenti psicosociali, data la pervasiva paura di prendere la malattia o di essere associati ad essa e l’onere economico di allevare altri bambini. Spesso questo richiede una delicata mediazione e un sostegno finanziario per il cibo, le rette scolastiche e altri beni di prima necessità. L’UNICEF gestisce tre asili nido nei pressi dei centri di trattamento di Ebola, nei punti caldi dell’epidemia, dove i sopravvissuti, che sono immuni alla malattia, assistono e monitorano da vicino i neonati e i bambini molto piccoli fino a quando i loro genitori o chi si prende cura di loro non hanno completato il trattamento.

When carers are given the support they need to cope with and process the trauma

Please follow and like us: