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Dall’Africa al Piemonte, il giallo del baby migrante nascosto nel container…

Il ragazzino è salito a Tunisi, l’hanno trovato sul camion a Novi Ligure.

di Giampiero Carbone Novi Ligure
Dei colpi. Strano. L’autista ha teso l’orecchio: venivano proprio dall’interno del container. Quando ha aperto si è trovato gli occhi disperati di un ragazzino. Stava battendo forte sulle lamiere, che lo stavano ormai soffocando. Era chiuso lì dentro da domenica sera, quando la nave ha caricato il container ed è salpata da Tunisi. Ha attraversato il Mediterraneo, è approdata a Genova. Per il ragazzo la salvezza è arrivata a Novi Ligure. Prima che il carico ripartisse verso la Polonia.

Non parla italiano, non dice niente, nessuno sa come si chiama: lo hanno portato all’Infantile di Alessandria, non sanno quanti anni abbia, ma è un ragazzino. Era cosciente, ma completamente disidratato. Sta meglio, ma continua a non parlare.

È stato salvato nella sede di Novi Ligure della Vectorys, azienda con oltre sessanta dipendenti che si occupa di trasporti e logistica tra il Nord Africa e l’Europa.

Materiale medico

Una delle sue sedi è a Tunisi. Lì il semirimorchio con il container era stato caricato in attesa di partire sulla nave. È probabile che il ragazzino sia entrato in quelle ore prima di essere anche lui imbarcato alla volta di Genova in mezzo al carico: ha viaggiato in mezzo a materiale medico, flebo, siringhe e altro destinati all’Europa dell’Est, precisamente in Polonia.

«La nave – racconta Andrea Rovere, direttore operativo della Vectorys – è partita domenica sera da Tunisi ed è sbarcata a Genova ieri mattina. Il semirimorchio è arrivato ieri nella nostra sede di Novi Ligure. Per cui, il ragazzino è rimasto là dentro circa due giorni».

Niente cibo

Ieri pomeriggio, intorno alle 18, quando l’autista ha aperto il portellone del container dopo aver sentito i colpi provenienti dall’interno, si è trovato davanti quel giovane, impaurito e affaticato. Immediatamente è stato chiamato il 118 così come i carabinieri del comando novese, che hanno interrogato l’autista. Al ragazzo facevano domande, gli chiedevano come stava, lui riusciva solo a spiegare che aveva sete.

«Non abbiamo trovato nessuna traccia di cibo – dicono ancora dall’azienda – nel container. La merce è stata scaricata per verificare che non ci fossero altre persone. Con sé aveva solo una bottiglietta d’acqua, ovviamente vuota». Gli hanno dato acqua, i medici del 118 hanno fatto il resto. Il container è un luogo terribile, il caldo è soffocante. Se non si fossero accorti di lui a Novi, il viaggio verso la Polonia sarebbe stato insostenibile.

Il precedente

Lo scorso anno, in quest’area di snodo delle merci che approdano al porto di Genova, un episodio simile era avvenuto nella vicina Vignole Borbera.

Alla Sli, azienda del settore lubrificanti situata zona industriale alle porte della Val Borbera, i dipendenti stavano per scaricare un camion di materiale plastico proveniente dalla Spagna. Quando hanno aperto i portelloni improvvisamente sono letteralmente saltati giù dal camion sei ragazzi che, presumibilmente, si eranointrufolati al momento del carico della merce, in Spagna, riuscendo a nascondersi tra gli scatoloni. In quel caso, oltre mille chilometri dentro il container.

Ma loro hanno ancora avuto la forza di scappare dal cortile dell’azienda e fuggire a perdifiato nelle campagne. Ieri no: quel ragazzino senza nome e senza età non aveva più neppure la forza di parlare…

www.lastampa.it

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