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Gaza 10mila sfollati e 125 uccisi. Proteste e morti in Cisgiordania. La guerra dispari

Situazione umanitaria gravissima, almeno 200 gli edifici colpiti dai raid israeliani. Ancora razzi di Hamas su Israele. In Cisgiordania i soldati sparano contro i dimostranti: 10 morti. Conflitto in una nuova fase con l’offensiva lanciata nella notte dalle forze aeree e terrestri contro l’enclave palestinese. Non un’invasione, con un equivoco probabilmente voluto.
La diplomazia, intanto, stenta a far sentire la sua voce. Solo domenica riunione del Consiglio di sicurezza Onu, rinvio su richiesta Usa.
Washington appare in una posizione di imbarazzo, stretta fra l’appoggio all’alleato israeliano e la necessità di mantenere una posizione equilibrata per evitare l’isolamento.

Bombe su Gaza e guerra civile
«Almeno 10.000 palestinesi sono fuggiti e altri lo faranno nei prossimi giorni seguendo il copione del 2014 quando fiumi di persone si misero in marcia per sottrarsi ai bombardamenti dell’operazione Margine Protettivo. Il premier Netanyahu ripete che la campagna militare andrà avanti per dare una dura lezione ad Hamas. A Gaza sono i civili a pagare il prezzo più alto dei bombardamenti. 125 fino a ieri sera, tra i quali 31 ragazzi e bambini e 20 donne. I feriti sono oltre 900. Più di 200 edifici sono stati distrutti negli ultimi cinque giorni», sintesi NenaNews. E la cronaca di Michele Giorgio regista anche 8 i morti e decine i feriti in Israele per i razzi di Hamas.

Rivolta contro l’occupazione militare
Ieri sangue anche in Cisgiordania senza bombardamenti ma rabbia diffusa, alla vigilia della Nakba, la commemorano la perdita della terra e l’esodo di centinaia di migliaia di palestinesi profughi. «Migliaia di persone, in maggioranza giovani, hanno manifestato in oltre venti località contro l’occupazione e contro le frequenti scorribande dei coloni israeliani nei villaggi palestinesi. Ai lanci di sassi e bottiglie che partivano da dietro le colonne di fumo nero dei copertoni in fiamme, i militari israeliani hanno risposto sparando: dieci i palestinesi uccisi, decine di feriti. In serata si è aggiunta un’undicesima vittima, colpito, dicono i palestinesi, dal fuoco dei coloni israeliani a Iskaka (Salfit)».

Diplomazia assente, Biden in imbarazzo
Solo domenica pomeriggio la riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che si doveva tenere venerdì. Slittamento imposto dagli Stati “per dare tempo alla diplomazia”. Ma quale diplomazia? «Washington appare in una posizione di imbarazzo, stretta fra l’appoggio all’alleato israeliano e la necessità di mantenere una posizione equilibrata per evitare l’isolamento», sottolinea Avvenire. E ora Il segretario di Stato Blinken, esprime «profonda preoccupazione per la violenza nelle strade di Israele». Poi concede qualcosa anche alla parte palestinese: «Riteniamo che israeliani e palestinesi abbiano diritto in eguale misura a libertà, sicurezza, dignità e prosperità».

Non è una guerra alla pari
«Guerra, conflitto di lunga durata fra forze che hanno una potenza militare almeno paragonabile». ‘Guerra asimmetrica’ a voler forzare. Ciò che sta accadendo tra Israele e le enclavi palestinesi è tutto dispari. Alcuni dati tecnici del Post. Israele può contare su tecnologie militari molto avanzate, come droni sofisticati e sistemi per raccogliere informazioni di intelligence da usare per compiere attacchi aerei mirati su Gaza, e su un sistema di difesa antimissilistico, Iron Dome, che finora ha intercettato e la stragrande maggioranza dei razzi sparati dalla Striscia. I gruppi armati palestinesi stanno invece impiegando armi molto rudimentali, per lo più razzi terra-terra e non guidati, a differenza dei missili israeliani che sono guidati.

Arsenali fai da te contro super potenza
Commentando le differenze miliari tra Israele e Hamas, il Financial Times ha scritto che «Hamas, con i suoi razzi fatti in casa, i suoi soldati male armati e il suo esercito affamato di denaro, sta affrontando la forza aerea israeliana, la più potente di tutto il Medio Oriente, e sta rischiando l’inizio di un’invasione di terra». Per ora Israele non ha escluso l’ipotesi di un intervento terrestre, e ha ammassato i suoi soldati ai confini con la Striscia: anche sotto questo aspetto la differenza numerica, di addestramento e di equipaggiamento tra i soldati dei due schieramenti è notevole, seppure i combattimenti in uno spazio urbano riducano spesso la sproporzione di forze tra le parti in guerra.

Quando la superiorità militare non basta
Superiorità militare non significa necessariamente la certezza di una vittoria netta, come ha dimostrato anche l’ultima guerra combattuta tra gruppi armati palestinesi e Israele nel 2014, ricorda sempre il Post. «La Striscia di Gaza è uno dei territori più densamente abitati al mondo – 2 milioni di persone in un’area di 365 km², cioè più di 4mila abitanti per km² – e le strutture militari di Hamas, del Jihad Islamico e degli altri gruppi palestinesi sono nascoste negli edifici civili, rendendo più difficile la loro distruzione».

La guerra del 2014 andò avanti per 67 giorni, furono uccisi più di 2mila palestinesi e 73 israeliani, soprattutto soldati. Da allora politica e diplomazia sembrano avere prodotto solo un semplice rinvio di guerra.

REMOCONTRO

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