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‘Grasso è bello’

di Sebastiano Fezza

Gli allevamenti delle ragazze grasse.

In alcune zone rurali della Mauritania le bambine vengono sottoposte a una terribile alimentazione forzata chiamata “leblouh” o “Gavage” che tradotto vuol dire ingozzamento

Già a partire dall’età di 5 anni, le bambine vengono sottoposte ad un’alimentazione forzata, più pasti al giorno, anche di notte, per ingrassare, fino a 100 chilogrammi.

La dieta giornaliera: costrette a bere litri e litri di latte di cammello o di latte vaccino al giorno e a mangiare due chilogrammi di miglio mescolato con due tazze di burro.

Durante il processo di ingrasso arrivano ad ingerire fino a 16.000 calorie al giorno

Se una ragazza si rifiuta o vomita, viene sottoposta a varie forme di violenza ed è costretta bere il suo vomito.

Il concetto è molto semplice: una ragazza magra testimonia la miseria in cui è stata costretta a vivere e non troverebbe mai marito. Una grassa, invece, testimonia l’opulenza della famiglia da cui proviene.

Le ragazzine escono da questi allevamenti giusto in tempo per sposarsi. E quindi, addio scuola, educazione, sogni.

Non sono rari i decessi per infarto, malattie cardiovascolari, disfunzioni renali o diabete…

l’origine del Gavage legata alla pratica dello schiavismo, pratica molto diffusa anche oggi in Mauritania.

le schiave erano magre, scheletriche, mentre le padrone erano grasse.

Fortunatamente, le nuove generazioni aborrono questa pratica, definendola inutile e obsoleta.

I giovani mauritani hanno ormai punti di riferimenti diversi dai loro genitori o i loro nonni

Per fortuna c’è una speranza che questa pratica vada via via scomparendo.

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