Il serpente che si morde la coda
di Sebastiano Fezza
La guerra crea fame e la fame scatena le guerre.
La maggior parte delle vittime nelle guerre moderne sono i civili, intere popolazioni costrette a fuggire dalle loro case per non essere uccisi, costretti ad abbandonare tutto quello che avevano, casa, lavoro, terreni, raccolti.
Questo fiume umano cerca di raggiungere i campi profughi dove possono trovare acqua, cibo, un minimo di assistenza sanitaria.
E poi la fame crea la guerra.
Siccità, cambiamento climatico, inondazioni, desertificazione, producono l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, generando così tensioni che poi sfociano in veri e propri conflitti.
E poi la fame diventa arma da guerra,
l’assedio di civili, l’attacco alle infrastrutture di base per l’acqua e il sostentamento, il blocco degli aiuti umanitari, diventa un’arma molto economica.
in tutto questo gli attori involontari di questo dramma sono i civili, sono soprattutto le fasce più deboli, anziani, donne, bambini.
Donne che subiscono violenze o costrette a matrimoni precoci, bambini che perdono la loro infanzia,
una lotta quotidiana per la sopravvivenza, una lotta che ruba l’umanità.