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Il sindaco di Bacoli ha rifiutato di essere intervistato da Barbara D’Urso: ecco perché.

Josi Gerardo Della Ragione

“Perché bisogna smetterla di far passare l’idea che Napoli, la Campania ed il Sud siano l’immagine della Pignasecca piena di gente”.

Un’intervista con Barbara D’Urso? No, grazie. Josi Gerardo Della Ragione, sindaco di Bacoli, con un lungo post su Facebook spiega la decisione con cui ha rifiutato di collegarsi con Canale 5. “Ho ricevuto da un noto programma di Canale 5 la richiesta di un’intervista in diretta, questo pomeriggio, per raccontare come Bacoli stesse vivendo l’emergenza Coronavirus. Pensavo volessero conoscere la rete di solidarietà che stiamo mettendo in campo, già da due settimane, per aiutare i più deboli. O evidenziare i tanti provvedimenti restrittivi che abbiamo assunto in città, a difesa della salute pubblica, anche prima ed in contrapposizione al Governo Nazionale. Misure che ci stanno aiutando a contenere il contagio. E invece no”, scrive il sindaco.

Il focus era dedicato ai quattro irresponsabili che passeggiavano in spiaggia a Miseno (e che abbiamo denunciato e multato). E per raccontare la crisi degli imprenditori balneari. Facendo passare la solita immagine del Sud che non rispetta le regole; del Sud fatto di barbari; del Sud incosciente. Ho quindi ringraziato per l’invito. Ma ho rifiutato“, spiega.
Perché bisogna smetterla di far passare l’idea che Napoli, la Campania ed il Sud siano l’immagine della Pignasecca piena di gente. Basta.

Mi sono reso disponibile ad intervenire quando si parlerà del grande cuore di Bacoli; del sacrificio che stanno facendo migliaia di famiglie bacolesi: che rispettano le regole con spiccato senso del dovere. Mi sono reso disponibile ad intervenire quando si parlerà della crisi economica che stanno vivendo gli operai del settore edile, i camerieri, i pizzaioli, i commercianti. Di tutti quei lavoratori che non riescono più a mettere il piatto a tavola”, prosegue il primo cittadino. “Insieme -conclude- stiamo scrivendo la storia. Insieme, questa guerra la vinciamo”.

Globalist

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