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In Myanmar si continua a morire, altre 7 vittime negli scontri con le forze di sicurezza

Ancora 7 vittime fra i manifestanti che protestano in Myanmar contro la giunta militare che il primo febbraio scorso ha rovesciato il potere di Aung San Suu Kyi. Secondo quanto riferisce l’Associazione di assistenza ai prigionieri politici, la repressione ha colpito nelle ultime ore soprattutto la città occidentale di Kalay, e sono stati colpiti a morte anche tre civili che non stavano manifestando.

In tutto, secondo le stime della Ong, i morti dall’inizio dell’insurrezione contro i militari sarebbero almeno 217. Intanto, la giunta militare ha accusato l’ex leader anche di corruzione: fino a questo momento le accuse erano state più generiche, ma se i giudici la considereranno colpevole di questo reato, sarà esclusa dalla vita politica del Paese.

Arrestata il primo febbraio e detenuta in luogo segreto, Aung San Suu Kyi è stata finora accusata di avere illegalmente importato dei walkie-talkie, di non aver rispettato le regole per combattere il Covid e di avere incitato i manifestanti. Ora la si accusa di aver ricevuto denaro da un controverso uomo d’affari, che lo ha confermato parlando in Tv.

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