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Iraq, rivolta contro fame e corrotti, tanti morti a Baghdad e nel Paese…

Iraq, la polizia spara sulla folla che protesta contro corruzione e disoccupazione: 44 morti. Le manifestazioni e gli scontri sono iniziati martedì. La folla chiede migliori condizioni di vita. Il primo ministro Adel Abdul Mahdi: «Richieste legittime, ma non abbiamo la bacchetta magica»

Corruzione e disoccupazione

(ANSA) – BEIRUT, 4 OTT – Sale a 40 morti in quattro giorni di scontri il bilancio dei disordini in corso nel centro e nel sud dell’Iraq nelle proteste per il carovita. Lo riferiscono media panarabi e iracheni secondo cui nelle ultime ore altre 9 persone sono morte nelle regioni meridionali del paese in seguito alle ferite riportate. L’ultimo bilancio era di 31 persone uccise, tra cui due poliziotti e un bambino. La maggior parte delle vittime sono manifestanti e attivisti.

‘Bacchetta magica’ e malgoverno
Iraq, la polizia spara sulla folla che protesta contro corruzione e disoccupazione: 40 morti ed è bilancio provvisorio rispetto alla rabbia di chi non ha più nulla da perdere, salvo appunto la vita, e un regime politico corrotto e incapace. La barricate per la strade di Baghdad e il sud del Paese travolto dalle proteste da cui non sono estranee componenti religiose tra governo di coalizione a maggioranza sciita e la popolazione sunnita del dopo Saddam che si sente esclusa dal potere. Al momento resta tranquillo in nord della regione curda. Le manifestazioni e gli scontri sono iniziati martedì. Con la folla chiede migliori condizioni di vita. Il primo ministro Adel Abdul Mahdi è costretto ad ammettere la solide ragioni della proteste e della richieste delle piazza, ma non riesce a dire altro che, «non abbiamo la bacchetta magica».

Governo colpevole di cosa?
Le proteste che stanno creando disordini a Bagdad e nelle zone a maggioranza sciita nel sud del Paese denunciano la corruzione nel governo, la disoccupazione e maggiori servizi. Manifestazioni esplose spontaneamente, sostiene la Reuters, ‘senza il sostegno pubblico di alcun gruppo politico organizzato e cogliendo le autorità di sorpresa’. I morti finora sono 44, tra cui 18 uccisi a Nassiriya e 16 nella capitale Bagdad. L’Alta Commissione nazionale per i diritti umani ha stimato in almeno 1.177 le persone rimaste ferite negli ultimi giorni. La maggior parte delle vittime sono manifestanti e attivisti. Le proteste., come sempre accade, stanno iniziando ad intensificarsi dopo le preghiere del venerdì. Ma cosa rende realmente esplosiva la situazione in Iraq, quasi dimenticato dopo la sconfitta militare di Isis e califfato?

Rabbia a macchia d’Olio e ‘autodifesa Usa’
Prima Baghdad, poi la città santa sciita di Najaf, e Nassiriya, al‘Amara, Bassora, Hillah, Kirkuk e Tikrit. Proteste che, a pochi mesi dalla fine della guerra contro lo Stato islamico, sembrano quasi il conto presentato al vincitore che tanto ha promesso e poco ha fatto. Paradossale che in un Paese ricco di risorse, e non solo petrolio, denuncia Umberto De Giovannangeli sull’Huffington Post, la condizione popolare sia questa. «Dove sono finiti i tantissimi miliardi stanziati dai vari Governi che si sono succeduti in questi anni per ricostruire e ammodernare il Paese?» Le Nazioni Unite che spesso pagano ma non si sa bene a chi, ora esprimono ‘grave preoccupazione’. Intanto la La coalizione militare a guida Usa avverte ‘che si avvarrà del diritto all’autodifesa’. Preoccupazioni minacciose rispetto a Washington strabica verso Teheran. Preoccupazioni anche italiane per la nostra ambasciata a Baghdad.

www.remocontro.it

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