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L’Italia ai tempi del Covid-19: troppi scienziati parlano e la politica non sa prendere decisioni

di Claudia Sarritzu

Per l’Italia il momento più difficile sarà organizzare la Fase 2, tenerci chiusi in casa è un gioco da ragazzi. Ma indicare una via, intraprendere un percorso quello non lo sappiamo fare.

La politica significa scegliere. Avere il coraggio di dire da che parte stai. Ascoltare le ragioni di tutti e poi decidere la strada da prendere. E’ responsabilità.

Ormai da anni, per molti politici è diventata solo esprimere pareri sui social. Ma quando arriva il momento di scegliere stanno fermi. Si guardano intorno per capire a chi scaricare la responsabilità della propria incapacità di agire.

Scegliere comporta una dose importante di maturità, di coraggio, di rischio. Perché bisogna farlo per se stessi e per gli altri. Perché spesso dopo una scelta c’è una sconfitta. Un rimpianto.
Ma la politica è questo. Solo questo. E chi oggi fa questo di mestiere è più preoccupato dai like che prende, dal consenso che può perdere che dall’immobilismo del Paese.
E un Paese fermo è un Paese morto.

L’Italia oggi è in mano a un comitato litigioso di virologi. Perché la scienza non è esatta. Per questo è importante che ci sia lo scienziato ma anche il politico. Perché quest’ultimo deve prendere decisioni. Ascoltare, fare sintesi e dire, ok andiamo da questa parte.

Oggi stiamo capendo chi è davvero un politico e chi solo un burocrate.
Per l’Italia il momento più difficile sarà organizzare la Fase 2, tenerci chiusi in casa è un gioco da ragazzi. Ma indicare una via, intraprendere un percorso quello non lo sappiamo fare.

Se ancora non siamo usciti dalla crisi del 2008 è per questo. Perché non abbiamo avuto leader all’altezza di una scelta.

Globalist

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