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Milano, migrante dorme in strada con sei figli da 3 a 11 anni: soccorsa dai volontari che seguono i senzatetto

di Zita Dazzi

La donna, di origini somale, era arrivata con i bambini dalla Norvegia tre giorni fa e si era accampata in piazzale Maciachini. “Ha chiesto il permesso di soggiorno ma non voleva chiedere aiuto per paura di essere separata dai figli”

Come una Madonna nera, in viaggio nelle fredde notti del periodo di Natale. Una mamma sola che dorme in strada con sei bambini da 3 a 11 anni non poteva passare inosservata. L’hanno vista e soccorsa i gruppi di volontari che seguono i senzatetto accampati in piazzale Maciacchini. La donna, richiedente asilo di origini somale, è arrivata a Milano martedì, dopo un viaggio dalla Norvegia e dopo aver attraversato mezza Europa cercando di sfuggire ai controlli. E arrivata a Milano, non sapendo dove andare, non avendo riferimenti o altri familiari, ha dormito sotto a un porticato, in mezzo a una piazza dove si accampano i profughi e i clochard. Sono stati gli altri senza tetto, nei primi tre giorni al freddo, ad aiutarla a rifocillare i bambini affamati e a riscaldarli, donando loro un materasso, coperte, abiti caldi e cibo acquistato con una colletta. Col tam tam della strada sono arrivati anche connazionali della donna e la mediatrice culturale della comunità Somala, Anab Amed, che ha chiesto l’intervento del Comune rivolgendosi a numerosi uffici pubblici, prima di riuscire ad ottenere ascolto, grazie alla consigliera comunale Diana De Marchi, che ha chiamato in causa direttamente i vertici di Palazzo Marino.

Come e perché questa famiglia si sia messa in moto dal nord fino al sud dell’Unione non è ancora chiaro: l’ipotesi principale è che si tratti di una richiedente asilo, identificata con le impronte allo sbarco in Italia e rispedita indietro dalla Norvegia dove era riuscita ad arrivare. In base al trattato di Dublino – raccontano i mediatori culturali somali, che le hanno fatto raccontare la sua storia – lei era “irregolare” fuori dall’Italia, dove è sbarcata nel 2015.

“E’ già stata in Questura per avere il permesso di soggiorno e non voleva chiedere aiuto per paura di essere divisa dai bambini”, ha raccontato agli operatori del Comune di MIlano che sono intervenuti in piazzale Maciachini, dopo tre giorni di sollecitazioni da parte delle associazioni di volontariato che l’avevano intercettata in mezzo ad altri profughi. La vicesindaca Anna Scavuzzo assieme all’assessore al Welfare Gabriele Rabaiotti nella notte hanno fatto ricoverare la mamma con i sei bimbi nella struttura di via Zumbini, dedicata proprio alle donne con figli, in attesa del tampone per verificare l’eventuale positività al Covid. Stamattina una squadra dell’esercito del drive through di Romolo è andata in via Zumbini a eseguire il test e quando ci sarà l’esito la famiglia verrà destinata a un centro d’accoglienza.

la Repubblica

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