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Naufragio al largo della Libia, ennesima strage di bambini

Naufragio.
 © Louisa Gouliamaki

di Alfredo Marsala

Il sogno era l’Italia. Sono morti annegati nel canale di Sicilia, poco dopo la partenza dalle coste della Libia, a bordo di un barcone naufragato. Un’altra strage, l’ennesima di innocenti. Quattro i corpi recuperati, altri risultano dispersi. I cadaveri ritrovati sono di quattro bambini.

La più piccola aveva cinque anni, gli altri tra i sette e i dieci anni. A recuperarli, tre giorni fa, sono state le squadre di soccorso della Mezzaluna Rossa libica. Facevano parte di due nuclei familiari, inghiotti dal mare.

Secondo il The Libya Observer, che cita la Mezzaluna Rossa, i bambini morti e i dispersi erano tutti egiziani. I loro corpi sono stati trovati e portati via dalle coste di Harsha e Matrad, vicino ad Al-Zawiya, città della zona nord-occidentale nella regione della Tripolitania, sulla costa del Mediterraneo, a circa 45 chilometri a ovest di Tripoli.

I soccorritori sono stati avvertiti da una telefonata della presenza dell’imbarcazione che stava affondando in alto mare, con a bordo almeno 30 persone, al largo delle coste libiche. Tre corpi sono stati recuperati vicino ad Al-Zawiya e il quarto a pochi chilometri più a ovest. Alla stampa libica il funzionario della Mezzaluna Rossa, Hassan Al-Bay, ha raccontato che i quattro bambini e le loro famiglie vivevano a Sabratha, nella Libia occidentale.

Originarie dell’Egitto, i due nuclei erano diretti come dicevamo in Italia. Tutti i corpi recuperati sono stati trasferiti alla camera mortuaria dell’ospedale di Al Rahma di Zawiya per le formalità del caso e la sepoltura, riporta su twitter Migrant Rescue Watch.
Intanto ieri sono sbarcati all’aeroporto di Fiumicino (vedi servizio in alto a destra), 54 profughi siriani arrivati grazie ai corridoi umanitari attivati con il protocollo con il ministero dell’Interno e degli Esteri, grazie alla comunità di Sant’Egidio, la Federazione di chiese evangeliche e i valdesi.

Si tratta di nuclei familiari giunti in sicurezza dai campi profughi in Libano. Alla partenza hanno effettuato un tampone molecolare. Tra loro ci sono donne sole con bambini e minori vulnerabili. Una volta raggiunta la loro destinazione di accoglienza osserveranno una quarantena di 14 giorni. E uno sbarco di migranti è stato registrato, sempre ieri, nel sud della Sardegna; non accadeva da tanto tempo. In quattro, probabilmente algerini, sono stati bloccati dai carabinieri mentre camminavano lungo la strada provinciale. Sarebbero sbarcati poco prima nella zona di Sant’Anna Arresi.

Sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza di Monastir, dove rimarranno in quarantena. E gli arrivi proseguono senza sosta nella rotta balcanica, nonostante sia stata chiusa ufficialmente quattro anni fa. In Serbia sono attualmente 6.015 i migranti ospitati in 19 centri di asilo e accoglienza sparsi nel Paese, fra loro 660 minori. Come ha riferito il commissariato serbo per i profughi in occasione della Giornata internazionale dei migranti, si tratta in larga parte di cittadini afghani, siriani e pachistani.

Durante la drammatica crisi migratoria del 2015-2016 la Serbia fu attraversata da oltre un milione di profughi in marcia versi i Paesi dell’Europa occidentale. Nel documento diffuso dal commissariato si rileva che in Serbia ci sono ancora più di 800 mila profughi fuggiti da Bosnia-Erzegovina, Croazia e Kosovo negli anni novanta, durante i conflitti sanguinosi che portarono alla disgregazione della ex Jugoslavia.

il Manofesto

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