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Open Arms, altri quattro sbarcati d’urgenza nella notte. Crisi di pianto e tensione alle stelle tra i 134 rimasti a bordo. Sei Paesi disposti all’accoglienza…

Dopo i nove migranti portati a terra ieri sera per problemi psicologici, ancora emergenza sanitaria nella notte. Anche la Ocean Viking con 356 persone a bordo naviga tra Lampedusa e la Sicilia meridionale.

di Alessandra Ziniti

La commissione Ue conferma quanto annunciato ieri dal premier Conte: ci sono sei paesi ( Francia, Germania, Spagna, Lussemburgo, Portogallo e Romania) pronti ad accogliere i migranti della Open Arms ma nulla ancora si muove e la nave resta in rada davanti Lampedusa.

Dalla Open Arms si scende ormai a piccoli gruppi quando la resistenza è allo stremo. Dopo le nove persone portate a terra ieri sera dalla guardia costiera, un’altra evacuazione d’urgenza di tre persone ed un loro accompagnatore si è resa necessaria stanotte per complicazioni mediche che richiedono cure specializzate. Tra le tre persone evacuate all’alba di
oggi, anche il ragazzo della Guinea Bissau ( di cui Repubblica ha raccontato la storia) con i piedi perforati da ferite di arma da fuoco. L’uomo è stato trasferito presso la Guardia medica di Lampedusa per le cure del caso. Un altro migrante era a rischio setticemia. Da qui la necessità di evacuare l’ammalato.

A bordo della nave, dove i migranti (rimasti adesso in 134) hanno passato la loro quindicesima notte, la situazione è ormai diventata insostenibile sia dal punto di vista igienico sanitario ( come ha certificato l’ispezione dei medici del Cisom ieri mattina) ma anche dal punto di vista psicologico.

I cinque migranti per i quali è stata autorizzata l’evacuazione ieri sera ( insieme a quattro familiari) presentavano problemi psichici importanti per i quali i medici hanno disposto l’invio immediato all’ambulatorio di Lampedusa. Ed è evidente che, vedendo scendere a piccoli gruppi alcuni dei loro compagni di viaggio, per chi resta a bordo la situazione è sempre meno gestibile. L’equipaggio ha avuto le sue difficoltà a controllare le reazioni degli altri, c’è stata una crisi di pianto generalizzata, anche perchè le persone che sono state fatte scendere sono dell’Africa “bianca” e quelli rimasti sulla barca si sono convinti che alla base della decisione ci fosse un criterio “di razza”.

Dalla nave parte l’ennesimo appello: “Tutte le persone a bordo devono essere fatte sbarcare urgentemente. L’umanità lo impone”. Nell’attesa che la situazione si sblocchi, a dettare l’emergenza sono gli psicologi.
L’autorizzazione allo sbarco della nave, al momento, è di competenza della prefettura di Agrigento che però glissa in attesa di indicazioni dal Viminale ma la Procura potrebbe intervenire nelle prossime ore se la situazione dovesse ulteriormente complicarsi o se ravvisasse ipotesi di reato a carico di chi non ottempera all’ordinanza del Tar che ha disposto l’ingresso in acque italiane della nave per consentire soccorsi immediati in una situazione di “gravità eccezionale”. Soccorsi che evidentemente possono essere garantiti solo a terra e non con la nave alla fonda a poche centinaia di metri dal porto di Lampedusa.

Situazione di stallo anche per la Ocean Vikings che, con 356 persone a bordo, naviga tra Lampedusa e la costa della Sicilia meridionale. Alla richiesta di coordinamento dei soccorsi e di assegnazione di un porto sicuro Malta ha risposto di no e l’Italia non ha mai risposto.

www.repubblica.it

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