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Partorito e lasciato in ospedale la notte di Natale ad Avellino: affidato poche ore dopo ad una coppia

Ospedale Frangipane di Ariano Irpino, Avellino: la notte di Natale una donna partorisce un bambino e decide di non riconoscerlo, lasciandolo in ospedale. Scatta una gara di solidarietà: arrivano doni e generi di prima necessità per il piccolo che in poche ore trova anche una famiglia, seppur temporanea, come prescrive la legge.

Una storia di sofferenza e di altruismo, avvenuta proprio la notte di Natale in un ospedale di montagna, in Campania: una madre che partorisce un bambino nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Sant’Ottone Frangipane della cittadina di Ariano Irpino, Avellino e decide di non volerlo riconoscere e lasciarlo in ospedale. Una scelta, immaginiamo, durissima, drammatica. Non sappiamo quali siano le ragioni alla base della decisione, di certo si sa soltanto che l’ospedale irpino, come è da procedura, ha messo a disposizione un supporto psicologico alla donna affinché riflettesse sulla sua scelta. Tuttavia la decisione non è cambiata: il piccolo, come da procedura, è entrato nelle liste per l’affido.

Si tratta di una situazione non frequente ma assolutamente prevista dalle leggi: si chiama “parto in anonimato”. La legge infatti consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’ospedale in cui è nato «affinché sia assicurata l’assistenza e anche la sua tutela giuridica. Il nome della madre rimane per sempre segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”». La donna che non riconosce e il neonato sono i due soggetti che la legge deve tutelare, intesi come persone distinte, ognuno con specifici diritti.

E poi, cosa è accaduto? La notizia del bimbo nato nella notte di Natale e lasciato in ospedale senza un genitore, al suo destino, è passata di bocca in bocca e inevitabilmente ha fatto il giro prima dell’ospedale e poi della cittadina del Tricolle. E così ad Ariano Irpino, terra di grande umanità, è subito iniziato il passaparola per aiutare il neonato. Una “gara di solidarietà” che ha commosso il direttore sanitario Angelo Fireri. «Il bambino è stato subito accolto amorevolmente – racconta – c’è subito stata la solidarietà di tanti che si è manifestata con piccoli doni, come indumenti e tutto il necessario per un bimbo così piccolo. Fino al punto da commuoverci quando se n’è andato».

Il bimbo non è rimasto solo a lungo: ha una nuova famiglia, una coppia senza figli, che nel giorno di Natale è corsa in ospedale per andare a prenderlo nel nido e portarlo a casa dopo aver sbrigato gli atti dell’affido. 

La famiglia non ha tuttavia ancora adottato il neonato: questa è una situazione solo temporanea che solitamente dura non più di 8 mesi. Il bambino dovrà infatti successivamente comunque essere riaffidato ai genitori o dichiarato come “adottabile” da parte del Tribunale dei Minori.

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