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Pugni, calci e ginocchiate: è così che il branco razzista di Marsala terrorizzava gli immigrati

In un episodio il branco si è scagliato anche contro il titolare di un esercizio commerciale la cui colpa era stata quella di tentare di sottrarre il malcapitato dalla “cieca violenza” del gruppo.

Pugni, calci e ginocchiate. Ma anche colpi sferrati con sedie in legno, tavolini, bottiglie di vetro e suppellettili varie. E’ così che il branco, “senza alcun timore sulle possibili conseguenze penali ed accecato da una rabbia bestiale, immotivata” come sottolineano gli investigatori, si scagliava “con veemenza e ferocia” contro gli immigrati che gli venivano a tiro. Le indagini, condotte dal commissariato di Marsala (Trapani), hanno portato all’arresto di tre persone colpevoli di aver organizzato durante l’estate, e in particolare nei weekend, dei “veri e propri raid punitivi” nei confronti di immigrati inermi. Botte accompagnate da minacce e dall’ordine di allontanarsi da Marsala:

“Siete africani di merda… non dovete più parlare perché siete di colore… noi vi ammazziamo. Qui non avete il diritto di stare…”.

Le indagini hanno permesso di verificare come il “gruppo criminale si muovesse come una sorta di commando che, avvalendosi anche della forza intimidatrice determinata dal cospicuo numero di aderenti, molti dei quali ormai ampiamente noti come persone violente, agiva come una vera e propria squadra punitiva contro chiunque si fosse opposto ai loro commenti, frasi denigratorie o alla loro volontà. Il tutto aggravato dalle ripugnanti e odiose frasi dall’evidente sfondo razziale proferite nei confronti degli immigrati presi di mira”. In un episodio il branco si è scagliato anche contro il titolare di un esercizio commerciale la cui colpa era stata quella di tentare di sottrarre il malcapitato dalla “cieca violenza” del gruppo.

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