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Quei bravi ragazzi italiani che pagano per far sesso con i bambini

80 mila italiani ogni anno partono per turismo sessuale minorile. Molti di loro credono di non commettere neppure un reato. Ma nel nostro paese la legge parla chiaro, ed è incredibile che il fenomeno sia ancora così diffuso.

Uno studio dell’ECPAT, un’organizzazione che lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini, rivela che gli italiani sono i primi in quella disgustosa forma di turismo che si definisce “sessuale”! Disgustosa perché non solo sfrutta la prostituzione ma lo fa nei confronti di bambini e bambine che hanno dai 5 ai 12 anni.

Ottantamila italiani,ogni anno, partono per il Kenya, la Colombia, Santo Domingo, la Bulgaria e per molti altri paesi “poveri” nei quali possono negoziare un prezzo per poter appagare la loro depravazione e la loro totale mancanza di morale. L’80% dei turisti, in questo senso, sono uomini che, anziché essere definiti”turisti sessuali”, andrebbero chiamati PEDOFILI. Stupratori di bambini. Bimbi cosi piccoli da non raggiungere in altezza l’anca dei predatori che li vanno a comprare nei bordelli o per le strade.

Li stuprano, tra gli altri, certi uomini italiani che nelle loro case si comportano da gente”per bene”. Figli, mariti e padri amorevoli nella propria patria ma che dopo esser atterrati nella nuova terra, si trasformano nei mostri di cui fin troppo spesso si parla nei telegiornali. Sono gli italiani i primi pedofili del Kenya, i promotori di un olocausto che coinvolge più di 15000 bambini trasformati in burattini di carne da manipolare come preferiscono. 

Bimbi da fotografare e filmare per avere un “souvenir” del viaggio, da mostrare e condividere su internet.

Cuccioli umani che per non morire di fame accettano ogni tortura, spesso spinti dai loro genitori e senza una efficace legislazione che possa tutelarli. L’avvento di internet con innumerevoli siti che organizzano viaggi sessuali e la straordinaria espansione dei mezzi di trasporto aerei con il conseguente aumento di turisti che esplorano in lungo ed in largo il mondo, hanno trasformato il nostro pianeta in un gigantesco parco di divertimento estremo. Intorno al disgustoso fenomeno del “turismo sessuale minorile”, organizzato e non, ruotano enormi interessi economici con un vorticoso giro d’affari che fattura miliardi di dollari.

Il sesso per turisti è compreso, sempre in maniera mascherata, nei pacchetti venduti dalle agenzie di viaggio. Fanno la loro parte- il più delle volte- organizzatori di charter, strutture ricettive e di intrattenimento, che sono copertura di attività illegali legate alla criminalità organizzata e destinate al traffico e allo sfruttamento di esseri umani.

Ma proviamo ad immaginarlo questo “turista”: lui, è un uomo tra i cinquanta e i sessant’anni. Bermuda, camicia aperta e sandali. Occhiali da sole, qualche oggetto al collo e al polso. Oggetti costosi, cose che ti danno un’identità. Riconoscibile, attraente, miele che attira le api perché un pezzo d’oro in certi posti vale quanto un documento d’identità sociale. Sposato, forse padre di famiglia che in quei luoghi di “svago” si sente libero da qualunque vincolo moralistico ed ha un solo scopo primario: facile accoppiamento, promiscuità sessuale, nessun tabù relativo a fasce d’età.

Quei bravi ragazzi italiani che pagano per far sesso con i bambini.

AGO 15, 2020byNINOFEZZACINEREPORTERinBAMBINIFACEBOOK

80 mila italiani ogni anno partono per turismo sessuale minorile. Molti di loro credono di non commettere neppure un reato. Ma nel nostro paese la legge parla chiaro, ed è incredibile che il fenomeno sia ancora così diffuso.

Uno studio dell’ECPAT, un’organizzazione che lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini, rivela che gli italiani sono i primi in quella disgustosa forma di turismo che si definisce “sessuale”! Disgustosa perché non solo sfrutta la prostituzione ma lo fa nei confronti di bambini e bambine che hanno dai 5 ai 12 anni.

Ottantamila italiani,ogni anno, partono per il Kenya, la Colombia, Santo Domingo, la Bulgaria e per molti altri paesi “poveri” nei quali possono negoziare un prezzo per poter appagare la loro depravazione e la loro totale mancanza di morale. L’80% dei turisti, in questo senso, sono uomini che, anziché essere definiti”turisti sessuali”, andrebbero chiamati PEDOFILI. Stupratori di bambini. Bimbi cosi piccoli da non raggiungere in altezza l’anca dei predatori che li vanno a comprare nei bordelli o per le strade.

Li stuprano, tra gli altri, certi uomini italiani che nelle loro case si comportano da gente”per bene”. Figli, mariti e padri amorevoli nella propria patria ma che dopo esser atterrati nella nuova terra, si trasformano nei mostri di cui fin troppo spesso si parla nei telegiornali. Sono gli italiani i primi pedofili del Kenya, i promotori di un olocausto che coinvolge più di 15000 bambini trasformati in burattini di carne da manipolare come preferiscono. 

Bimbi da fotografare e filmare per avere un “souvenir” del viaggio, da mostrare e condividere su internet.

Cuccioli umani che per non morire di fame accettano ogni tortura, spesso spinti dai loro genitori e senza una efficace legislazione che possa tutelarli. L’avvento di internet con innumerevoli siti che organizzano viaggi sessuali e la straordinaria espansione dei mezzi di trasporto aerei con il conseguente aumento di turisti che esplorano in lungo ed in largo il mondo, hanno trasformato il nostro pianeta in un gigantesco parco di divertimento estremo. Intorno al disgustoso fenomeno del “turismo sessuale minorile”, organizzato e non, ruotano enormi interessi economici con un vorticoso giro d’affari che fattura miliardi di dollari.

Il sesso per turisti è compreso, sempre in maniera mascherata, nei pacchetti venduti dalle agenzie di viaggio. Fanno la loro parte- il più delle volte- organizzatori di charter, strutture ricettive e di intrattenimento, che sono copertura di attività illegali legate alla criminalità organizzata e destinate al traffico e allo sfruttamento di esseri umani.

Ma proviamo ad immaginarlo questo “turista”: lui, è un uomo tra i cinquanta e i sessant’anni. Bermuda, camicia aperta e sandali. Occhiali da sole, qualche oggetto al collo e al polso. Oggetti costosi, cose che ti danno un’identità. Riconoscibile, attraente, miele che attira le api perché un pezzo d’oro in certi posti vale quanto un documento d’identità sociale. Sposato, forse padre di famiglia che in quei luoghi di “svago” si sente libero da qualunque vincolo moralistico ed ha un solo scopo primario: facile accoppiamento, promiscuità sessuale, nessun tabù relativo a fasce d’età.

Alla ricerca del trasgressivo e di qualcosa che umanamente è inconcepibile. Libero di abusare di una bambina perché il turismo sessuale incentiva un business miliardario e quindi i governi tacciono, l’economia gira e tutto passa sotto silenzio. Un uomo privo di compassione, etica e morale (e cuore!), causa e complice dell’esponenziale incremento di questo fenomeno depravato. Lo vedete quest’uomo? Bene, ora dopo aver ben chiari i contorni di questo “turista” che potrebbe rientrare proprio in una delle nostre case, provate ad immaginare gli occhi di una bambina di sei anni costretta a prostituirsi.

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