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Siria, ancora Assad dopo 20 anni di potere e tragedie. I curdi eroi contro il regime

Il presidente Bashar al-Assad si è candidato per il quarto mandato alle elezioni presidenziali che si terranno in Siria il 26 maggio. A riportare la notizia è l’agenzia di stampa Sana. La notifica al Parlamento dalla Corte costituzionale suprema, tanto per salvare la forma del regime personale della sostanza. Reazioni negative interne, timori internazionali.
Elezioni presidenziali definite “una farsa” dalle opposizioni. L’Opac, armi chimiche, accusa la Siria e la espelle.

20 anni e vizio di famiglia
Il presidente siriano, sopravvissuto alla rivolta interna poi divenuta la tragedia jihadista del Califfato che ancora minaccia il mondo, è al potere da più di vent’anni e non gli basta. Regno senza corona, con Bashar al-Assad succeduto alla morte del padre Hafez nel 2000. Ma tanto per salvare la forma, ieri il presidente del Parlamento, Hammoudeh Sabbagh, ha annunciato che alle elezioni concorreranno anche l’ex parlamentare Abdullah Salloum Abdullah, Faten Ali Nahar, prima donna candidata alla presidenza siriana, e Mohammad Firas Yasin Rajjouh, già candidato nel 2014. Tanto per le forme.

I curdi che hanno sconfitto Isis e Califfo
«In Siria non ci sono elezioni regolari dal 1963. Per questo motivo ciò che sta succedendo è solo un gioco», denuncia l’esponente curdo Salih Muslim, membro del consiglio di presidenza del Partito dell’Unione Democratica (Pyd), braccio politico delle Unità di protezione popolare (Ypg), praticamente le vere forze che hanno sconfitto sul campo e a caro prezzo, le forze jihadiste del Califfato, salvando la Siria. Scelta di potere da parte di Assad che, secondo Muslin, «porterà ad altri sette anni di guerra».

Unità di protezione popolare curda (Ypg),

L’opposizione filo Usa
«L’annuncio del regime di Assad di una data per le sue elezioni farsa conferma che è ancora distaccato dalla realtà e dal popolo siriano che si è ribellato dieci anni fa», ha commentato Nasser al-Hariri, capo della Coalizione nazionale dell’opposizione siriana più vicina agli Stati Uniti definiscono una farsa la nuova tornata elettorale.

L’Opac espelle la Siria per l’uso di armi chimiche
I conti con la guerra. l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, l’Opac, espelle la Siria. Prima volta che un Paese viene colpito in questo modo nella storia della organizzazione. Una misura seguita al rapporto secondo il quale le forze armate siriane hanno usato gas sarin e cloro in tre attacchi nel 2017, accuse sempre respinte da Damasco. La mozione presentata da 46 Paesi compresi Francia, Regno Unito e Usa, è stata approvata dalla maggioranza dei due terzi.

Memoria
“La rivolta in Siria è iniziata nel 2011, con la diffusione della primavera araba, degenerata successivamente in guerra civile: ad oggi, sono circa 387mila i morti, di cui 118mila civili e 20mila bambini, e 20 milioni gli sfollati”.

Caritas. «In Siria una guerra brutale tenuta viva da interessi stranieri»
«Hurriyya», libertà, «kurama », dignità, «muwatana », cittadinanza, erano le parole d’ordine della primavera araba in Siria di 10 anni fa a cui Caritas Italiana ha dedicato il rapporto «Siria, la speranza del ritorno» . Percorsi di pace che in Siria, afferma Caritas Italiana, sembrano «tutt’altro che chiari» mentre la primavera siriana è una «rivoluzione tradita e fallita» che ha lasciato come eredità la guerra civile.
«La ferocia della guerra in Siria è spesso attribuita alla brutalità del regime e dell’opposizione, al settarismo e alla jihad, ma il conflitto in Siria non avrebbe potuto persistere così a lungo senza il coinvolgimento sistematico di potenze straniere. Potenze intente a perseguire i loro piani sulla pelle di un popolo, dilaniato dalla guerra».

REMOCONTRO

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