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Siria, l’attacco aereo a Idlib, 75 morti e 135 feriti: il piano d’emergenza dell’équipe di Medici Senza Frontiere

L’attacco aereo è avvenuto in un’area vicino al confine tra Siria e Turchia dove solitamente il conflitto non è attivo. Molti dei siriani sfollati si erano rifugiati lì.

In Siria un attacco aereo ha colpito un’area densamente abitata nel governatorato di Idlib. I media locali parlano di oltre 75 morti e 135 feriti, trasferiti in due ospedali. Uno di questi, co-gestito da Medici SenzaFrontiere (MSF), ha ricevuto 11 feriti, di cui uno è deceduto all’arrivo. “Al momento dell’attacco – racconta Cristian Reynders, capo progetto MSF per la Siria nord-occidentale – il team del vicino ospedale co-gestito da MSF ha attivato il piano di emergenza per grandi afflussi di feriti. Subito dopo – ha aggiunto – abbiamo iniziato a ricevere pazienti gravemente feriti che necessitavano di interventi chirurgici. Due di loro avevano arti gravemente danneggiati che abbiamo dovuto amputare e gli altri avevano bisogno di cure urgenti”.

La zona era addirittura un rifugio per gli sfollati. L’attacco aereo è avvenuto in un’area vicino al confine tra Siria e Turchia dove solitamente il conflitto non è attivo. Molti dei siriani sfollati erano fuggiti lì durante l’ultima offensiva militare in Siria nord-occidentale, pensando che la violenza non avrebbe raggiunto quest’area. Gli ospedali di Idlib hanno continuato a ricevere vittime ore dopo l’attacco. Oltre all’intervento nell’ospedale co-gestito, MSF ha donato un kit chirurgico predisposto per 50 interventi a un’altra struttura sanitaria che ha accolto 90 dei feriti. “Gli ospedali in questa specifica area del governatorato di Idlib non sono abituati a ricevere feriti di attacchi aerei”, ha detto ancora Reynders di MSF. “Si trovano in una zona considerata relativamente sicura dalle persone che vi abitano. Un attacco in quest’area è davvero preoccupante”.

Il terzo attacco in due settimane. È la terza volta nelle ultime due settimane che le strutture co-gestite da MSF a Idlib ricevono feriti a seguito di attacchi aerei. In due di queste occasioni, le strutture hanno attivato i piani d’emergenza per trattare un ingente afflusso di feriti. “Gli attacchi aerei nel nord-ovest della Siria sono continuati vicino alla linea del fronte da quando è stato firmato l’ultimo cessate il fuoco nel marzo 2020” spiega Reynders di MSF. “Ma il fatto che siano aumentati di frequenza nelle ultime settimane e che ora stiano colpendo aree considerate sicure del governatorato di Idlib è preoccupante”.

Un milione di sfollati e una sanità al collasso. Questo picco di violenza, in una regione della Siria che ospita oltre 1 milione di sfollati interni, avviene mentre il sistema sanitario è già colpito dalla pandemia di Covid-19.

“C’è un vero senso di emergenza qui, sia sul fronte del contesto umanitario, sia dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, sia per la situazione generale causata dal conflitto”

conclude Reynders di MSF. “La somma di tutti questi elementi complica ulteriormente quella che era una situazione già difficile nell’area di Idlib”.

Il lavoro di MFS in Siria. MSF in Siria. MSF lavora in Siria dal 2009 con attività dirette e supporto a distanza. Nel nord-ovest del paese supporta diversi ospedali e gestisce cliniche mobili, attività di vaccinazione, distribuzioni di beni di prima necessità e servizi igienico-sanitari. Per contrastare la diffusione del Covid-19, MSF ha modificato i sistemi di triage negli ospedali supportati e nei campi in cui lavora.

la Repubblica

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