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Trentasei migranti abbandonati al confine tra Tunisia e Libia, senza cibo né acqua

L’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni sottolinea l’urgenza di intervenire immediatamente per salvare trentasei persone, tra cui 11 donne e 4 bambini.

Trentasei migranti, di cui 11 donne – una incinta – e quattro bambini molto piccoli, tutti di nazionalità ivoriana, sono bloccati alla frontiera tra Tunisia e Libia, in condizioni estreme, senza né acqua né cibo. I migranti, secondo quanto riportano le associazioni umanitarie tunisine – che hanno anche diramato un video – sono stati deportati dalla città di Sousse e abbandonati nei pressi del confine libico.

Lo ha denunciato l’Oim tunisino, Organizzazione Mondiale per le Migrazioni, in un comunicato su Facebook dove si legge che “i migranti sarebbero stati trasportati da Sfax a Medenine (sul confine libico) per essere ricondotti verso le frontiere a sud delle Tunisia”. “La loro posizione finale non è ancora confermata, mentre lo stato di salute di diverse donne e bambini sembra peggiorare”, si legge nel post.

“Le squadre dell’Organizzazione – afferma ancora il comunicato – attraverso i suoi uffici in Tunisia e Libia, sono state mobilitate dopo l’allerta e stanno cercando di contattare le autorità competenti di entrambi i Paesi per garantire, in un primo tempo, una risposta umanitaria il più presto possibile, in coordinamento con la Mezzaluna Rossa tunisina e i servizi consolari della Costa d’Avorio in Tunisia e Libia”.
La preoccupazione dell’Oim è alta specie a causa delle temperature incandescenti della stagione, che rendono un intervento umanitario più che mai necessario. Da qui un appello dell’Organizzazione per portare soccorso e fornire acqua, cibo e cure mediche ai trentasei uomini, donne e bambini bloccati alle frontiere.

Le procedure operative da adottare avrebbero previsto che i migranti venissero affidati alla Mezzaluna Rossa tunisina, in collaborazione con l’Oim che sarebbe stato disponibile a valutare le loro esigenze, assicurare assistenza medica e umanitaria a coloro che ne avessero bisogno, e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) relativamente ai migranti che avrebbero voluto richiedere una protezione internazionale”. L’Oim tiene a ricordare che la vita dei migranti, come ogni vita umana, è importante e che la responsabilità umanitaria di portare soccorso alle persone in pericolo è responsabilità di tutti.

Video:https://www.youtube.com/watch?v=1VV3opltYQw

www.globalist.it

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