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Un’altra strage a largo della Libia: 40 migranti affogati, ci sono anche bambini…

Migranti

Lo ha confermato il portavoce dell’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), Charlie Yaxley. Sono state salvate circa 60 persone.

Un’altra strage in un mare nel quale il rapporto viaggi/morti annegati è in aumento: sono una quarantina i migranti morti o dispersi nell’affondamento di una barcone al largo delle coste libiche.
Lo ha detto il portavoce dell’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), Charlie Yaxley. E a quanto pare sono state salvate circa 60 persone.
“Terribili notizie di perdite di vite potenzialmente significative in un naufragio al largo delle coste della Libia”, ha detto Charlie Yaxley in un tweet aggiungendo che “circa 60 persone sono state salvate e riportate a riva. Si stima che almeno 40 persone siano morte o disperse”, ha riportato la France Presse.

Le fragili barche sovraccaricate di migranti che cercano di raggiungere l’Europa si capovolgono regolarmente al largo delle coste libiche. Alcune organizzazioni umanitarie hanno noleggiato navi per aiutare i migranti a una vita migliore in Europa. Ma poi hanno difficoltà a far accettare i passeggeri dai vari paesi dell’Unione Europea.
L’allarme
“Tragico naufragio al largo di al-Khums, in Libia. Circa 60 sopravvissuti sono stati riportati a riva e diversi corpi sono stati recuperati, tra loro bambini”. Lo scrive su Twitter l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in merito al naufragio avvenuto questa notte.

Il relitto di un barcone, che avrebbe trasportato “circa 90 persone”, sarebbe stato ritrovato. Così Alarm Phone su Twitter dopo aver lanciato l’allarme: l’informazione arriva dalle autorità libiche. Secondo il servizio che supporta coloro che si trovano in difficoltà nel Mediterraneo, “alle h.13.00 abbiamo parlato con le autorità della #Libia. Ci hanno detto di aver trovato il luogo del #naufragio e circa 90 persone, molte delle quali sono morte, non sappiamo ancora quante”. “Queste morti sono tua responsabilità #Europa. Le tue politiche di deterrenza uccidono”, ha concluso Alarm Phone nel tweet.

La Guardia Costiera libica ha reso noto di aver recuperato all’alba di oggi cinque corpi, compresi quelli di una donna e di un bambino marocchini, dopo l’ennesimo naufragio di un barcone che aveva iniziato il viaggio della speranza verso l’Europa. Secondo quanto riferisce la Marina libica sulla sua pagina Facebook sono invece almeno 65 i migranti soccorsi, comprese due donne, e continuano le operazioni al largo di Khoms. La maggior parte dei migranti soccorsi sono sudanesi.

“Un altro naufragio nel #Mediterraneo? La notte scorsa alle 3.30 circa, siamo stati contattati da una barca al largo della #Libia, a bordo circa 100 persone. Partiti da Al Khums 3 ore prima, erano in grave pericolo. Urlavano e piangevano, dicendo che alcuni di loro erano già morti”, aveva scritto in precedenza su Twitter Alarm phone.

Abbiamo tentato di ottenere la posizione GPS, ma i naufraghi erano nel panico e non sono riusciti a comunicarla. La barca era molto vicina alla #Libia, e non abbiamo potuto fare altro che informare le autorità in Libia e in #Italia”, avevano denunciato. “Temiamo che nessuno sia andato a soccorrerli. Non siamo più riusciti a comunicare con la barca. Alle 6 di mattina un parente ci ha chiamati preoccupato per le persone a bordo. Teme che siano morti. Non sappiamo cosa sia successo a questo gruppo di #migranti. Speriamo che siano ancora vivi ma temiamo il peggio”, avevano detto.

www.globalist.it

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