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Viaggio tra i tossicodipendenti afghani: le immagini scioccanti di chi viene deportato

Un esercito di invisibili che ora i talebani, coloro che sui proventi del papavero da oppio hanno costruito ingenti fortune, non tollerano più.

Un vero e proprio calvario illustrato in un reportage e che rischia di andare avanti ancora per molto: sono immagini scioccanti e difficili da digerire.
Picchiati, arrestati e rinchiusi per 45 giorni nei centri di disintossicazione del Paese. È il trattamento riservato dai talebani ai tossicodipendenti di Kabul.

Un esercito di invisibili che ora i nuovi padroni dell’Afghanistan – coloro che sui proventi del papavero da oppio hanno costruito ingenti fortune – non tollerano più.

Felipe Dana, reporter e fotografo dell’Associated Press, ha recentemente assistito a uno di questi raid. Le sue foto mostrano la disperazione di questi uomini – molti dei quali denutriti o affetti da disturbi mentali – e le dure condizioni imposte dalla “disintossicazione talebana”, dove la forza è parte integrante del “metodo”.

L’Afghanistan – come ricorda l’AP – è la fonte della maggior parte dell’oppio mondiale e un importante centro per le metanfetamine.

Questo ha alimentato un enorme problema di dipendenza. I talebani vedono i tossicodipendenti come una macchia sulla società che intendono creare. L’uso di droghe è contro la loro interpretazione della dottrina islamica.

I tossicodipendenti sono anche stigmatizzati dalla comunità afghana più ampia e in gran parte conservatrice. Ma la guerra dei talebani alla droga è complicata poiché il Paese deve affrontare la prospettiva del collasso economico e dell’imminente catastrofe umanitaria.

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