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Vigevano come Lodi: comune condannato per discriminazione sui bambini…

A Vigevano dal 2017 i cittadini non comunitari devono presentare documentazione aggiuntiva, rispetto a quella chiesta agli italiani, per accedere alle tariffe agevolate delle prestazioni sociali.

Come già accaduto nel dicembre scorso sul “caso Lodi” il Tribunale di Milano ha deciso venerdì scorso anche sul “caso Vigevano,” accogliendo anche in questa seconda occasione le richieste avanzate dalle associazioni Asgi, Naga e Anolf-Cisl, assistite dagli avvocati Alberto Guariso, Giulia Vicini e Silvia Balestro e dalle associazioni che sul territorio si sono battute per anni contro il provvedimento comunale.
Per accedere alle tariffe agevolate, gli stranieri residenti a Vigevano erano costretti a procurarsi una documentazione aggiuntiva alla certificazione Isee, per dimostrare di non aver redditi all’estero. Per il giudice Francesca Capelli del Tribunale di Milano (sezione Lavoro), la delibera della Giunta comunale di Vigevano n. 51 del 4 ottobre 2017, ha “carattere discriminatorio nella parte in cui ha previsto che il cittadino extra UE non possa accedere a prestazioni sociali agevolate mediante presentazione del modello ISEE al pari del cittadino italiano, ma debba integrarlo con “certificati o attestazioni rilasciati dalla competente autorità dello Stato estero, legalizzati dalle autorità consolari italiane e corredati di traduzione in lingua italiana, di cui l’autorità consolare italiana attesta la conformità all’originale, fatte salve le diverse disposizioni contenute nelle convenzioni internazionali in vigore in Italia” e conseguentemente ordina al Comune di Vigevano, in persona del sindaco e legale rappresentante pro tempore, di cessare il comportamento discriminatorio e pertanto di revocare o modificare la delibera di Giunta comunale numero 51/17 nelle parti sopraindicate, in modo da consentire ai cittadini di paesi extra UE di accedere a prestazioni sociali agevolate, mediante presentazione dell’ISEE alle medesime condizioni previste per i cittadini italiani”.

Purtroppo, nei ben tre anni di vigenza della delibera di Vigevano, molti cittadini stranieri che non potevano procurarsi i documenti illegittimamente richiesti dal Comune, sono stati obbligati a pagare importi molto superiori a quello che avrebbero dovuto versare sulla base dell’ISEE presentato per accedere a servizi comunali come mensa o trasporto scolastico -scrivono le associazioni in un comunicato stampa-. Molti di loro si sono visti negare addirittura le prestazioni statali che passano attraverso il vaglio del Comune. Tra le altre l’assegno di maternità di base.” proseguono gli avvocati che hanno seguito il ricorso”.

Il giudice ha ordinato al Comune di Vigevano di modificare la delibera. Secondo le associazioni, però, questo non basta. “A tale clamorosa ingiustizia il Comune deve ora porre rimedio riesaminando tutte le domande rigettate per mancanza dei documenti”…
(dp)

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