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Violano la quarantena per la messa di Pasqua: bufera sul sindaco e sul parroco.

San Marco in Lamis

È successo a San Marco in Lamis, tra l’altro uno dei primi focolai pugliesi. Il sindaco Michele Merla si scusa: “Non me la sono sentita di interrompere la preghiera”

Sembra incredibile, ma per certuni non basta una pandemia globale che ha fatto decine di migliaia di morti per essere responsabili: e così a San Marco in Lamis, nel foggiano, almeno 100 persone si sono riunite per seguire la processione di Pasqua davanti alla chiesa. Certo, con mascherine e a distanza, ma violando il decreto che vieta le manifestazioni pubbliche, visto che il rischio e altissimo specie al Sud, dove bisogna in tutti i modi evitare lo scoppio di un focolaio. E senza contare che proprio San Marco in Lamis è stato un focolaio in Puglia che ha rischiato di diventare zona rossa. Eppure, ha prevalso l’irresponsabilità del parroco, Don Matteo Ferro, che ha organizzato una preghiera sul sagrato della Chiesa.

In seguito alle feroci critiche, il sindaco Michele Merla ha rilasciato un video in cui si è scusato e ha spiegato le sue ragioni: “In merito a quanto successo stasera nella mia città mi assumo la colpa di non aver avuto il coraggio di dire a don Matteo di interrompere il momento di preghiera. Non me la sono sentita, ma mi rendo conto, col senno di poi, di aver sbagliato. Ma avrei voluto interromperlo. Questa è la mia colpa e me la prendo.

Il parroco, don Matteo Ferro, ha organizzato un momento di preghiera sul sagrato della chiesa. Io ci sono andato e insieme abbiamo pregato. Quando abbiamo iniziato non c’era nessuno. Ma nel prosieguo della preghiera è iniziata ad arrivare gente. Alla spicciolata, in maniera sileziosa e composta, ma è arrivata gente. E questo non doveva accadere, perchè non si doveva sottovalutare questa possibilità. Quando ho visto la gente inginocchiata, a pregare, per me è stato difficile interrompere quel momento e mandare tutti a casa. E’ la mia unica giustificazione”.

Posso dire però che non c’è dolo, c’è colpa. È stato fatto un errore di sottovalutazione e me ne assumo la responsabilità, come è giusto che chi ha organizzato l’evento se ne assuma la responsabilità. Da parte mia – conclude il primo cittadino – continuerò ad impegnarmi affichè le norme vengano rispettate da tutti”

Globalist

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