Browse By

Yemen, guerra + covid = milioni di bambini alla fame da morire

“Una tempesta perfetta” determinata dalla guerra civile tra sciiti e sunniti e dalla pandemia da Coronavirus. Terribile rapporto dell’Unicef

di  Piero Orteca

Coronavirus + guerra = sterminio
Lo Yemen è sull’orlo di una catastrofe umanitaria di portata inimmaginabile. La “tempesta perfetta” determinata da cinque anni di guerra civile, dalla pandemia da Coronavirus e dalla estrema difficoltà in cui operano nel Paese le Organizzazioni umanitarie sono alla base di una prevedibile apocalisse, che potrebbe vedere coinvolti quasi 2 milioni e mezzo di bambini.

Tutto questo è scritto nell’ultimo drammatico rapporto dell’Unicef reso noto qualche giorno fa e dove i numeri sembrano sassate. Ci eravamo già occupati ripetutamente della guerra civile nello Yemen e delle sue devastanti ricadute umanitarie. Una tragedia ignobile, che va in scena tutti i giorni sotto gli occhi coscienti e in qualche modo conniventi del resto del Pianeta.

Religione scusa di potere
Lo scontro titanico tra l’Universo sciita e la galassia sunnita, messo in moto dalla deriva delle Primavere arabe sta creando grossi grattacapi alla diplomazia internazionale. Basta guardare le cartine geografiche per rendersi conto di come l’area di crisi si sia progressivamente spalmata fino a coinvolgere paesi e regioni diversissimi. In un primo momento era sembrato che la politica internazionale avesse messo una pezza. Ma poi tutto è tornato ad andare a gambe per aria. Nella penisola arabica le superpotenze giocano una partita mortale, in una sorta di terra di nessuno. I mutevoli equilibri delle Cancellerie internazionali provocano spesso crisi di sistema e vuoti di potere che difficilmente si riescono a riempire.

Schieramenti noti e partite occulte
Gli schieramenti dietro le quinte sono arcinoti e rendono conto e ragione dell’estrema difficoltà di ritrovare il bandolo della matassa. Da un lato l’Iran tira la corda sperando di mettere l’Arabia Saudita con le spalle al muro, ma proprio per questo le tensioni che circondano il conflitto sono sempre più esacerbate. Strategicamente stiamo parlando di un’area in cui passa almeno il 40 per cento dell’energia mondiale. Dallo Stretto di Hormuz a quello di Bab- el- Mandeb tutta l’area geografica sottoposta a quotidiane tensioni rischia di esplodere improvvisamente, determinando potenziali conflitti di cui non si intravede la fine. Nel ballo c’entrano tutti, per motivi diversi , a cominciare dagli israeliani. Per questo spesso siamo costretti ad assistere a rovesciamenti di alleanze e a prese di posizione che fino a dieci anni fa sarebbero stati inimmaginabili.

Vergogna del mondo
Adesso il rapporto dell’Unicef mette un punto fermo per una catastrofe che definisce, senza esitazioni, “la peggiore del mondo”. Il problema vero è che l’emergenza pandemica ha fatto saltare il banco della diplomazia, alterando tutta la scala delle priorità. Ormai si parla solo di straforo e negli articoli di “piede” della situazione in Medio Oriente e dei conflitti che lentamente, ma inesorabilmente, covano sotto la cenere della storia. Tutti i servizi segreti occidentali sono in allarme, perché per i jihadisti proprio questo della pandemia è il momento migliore per colpire. Ogni paese è indaffarato incredibilmente con l’emergenza sociale e sanitaria e spazi per preoccuparsi delle altre crisi ne restano veramente pochi.

Massa di profughi interni
Tra le altre cose, il rapporto dell’Unicef, molto dettagliato, analizza anche la situazione degli “Internally Displaced”, cioè di quella ingente massa di profughi che hanno abbandonato le loro case. Naturalmente il problema principale, in questa fase, è quello delle risorse alimentari e delle medicine. Si parla di un pacchetto di aiuti da stanziare immediatamente che potrebbero arrivare quasi fino a 60 milioni di dollari. Certo, inutile nascondersi il fatto che la soluzione umanitaria è legata a filo doppio a quella politica e che se non verranno raggiunti accordi onnicomprensivi anche su altri scacchieri, pure la guerra Yemenita rischia di durare fino alle calende greche.

Medio Oriente follia e prepotere
In questa fase il principale ostacolo diplomatico sembra essere quello di trovare un’intesa affidabile sul dopo Siria. Una volta scompaginata dalla terribile guerra intestina la Nazione di Assad, adesso diventa difficile rimetterne assieme i cocci. Anche perché sul terreno sono prepotentemente ricomparse realtà, come quella dei Curdi che è assolutamente impossibile ignorare. E anche qui il gioco si fa incredibilmente complicato. Tira di qua e tira di là nella partita sono entrati nuovi attori di cui bisogna tenere conto, a cominciare dai Turchi. Di questo passo, i bambini yemeniti, purtroppo sembrano destinati a diventare carne da macello.

REMOCONTRO

Please follow and like us: