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100 milioni di rifugiati nel mondo: il triste record registrato dal rapporto Global Trends dell’Unhcr

Guerre, clima, carestie hanno portato il numero dei rifugiati ai massimi storici (almeno da quando si registra il dato). L’impennata è stata imposta  dalla guerra in Ucraina che ha costretto 7.567.024 a lasciare il loro paese. Ma i numeri sono in aumento ormai da 10 anni

Guerre, clima, carestie hanno portato il numero dei rifugiati ai massimi storici (almeno da quando si è cominciato a registrare il dato). A lanciare l’allarme è l’Unhcr col suo report sui “Global Trends” diffuso stamattina, il loro rapporto statistico annuale. Sono oggi infatti oltre 100 milioni le persone costrette a lasciare le loro case: l’impennata è stata imposta naturalmente dalla guerra in Ucraina che ha costretto, secondo dati aggiornati al 14 giugno, 7.567.024  di persone a varcare i confini del loro paese in pochi mesi. Di questi, sarebbero in realtà già rientrati in 2.479.398. Ma la diaspora ucraina conta comunque oltre 5 milioni di persone.

Non solo l’Ucraina

La guerra in Europa è però solo l’ultimo drammatico tassello di una tendenza che da 10 anni non fa che aggravarsi. Alla fine del 2021, le persone in fuga erano d’altronde già 89,3 milioni. Un aumento addirittura dell’8 per cento rispetto all’anno precedente e ben oltre il doppio rispetto ai dati registrati 10 anni fa. A dettare l’agenda dell’emergenza, infatti, non c’è solo la guerra in Ucraina (che pure ha causato uno degli esodi forzati più ampi dalla Seconda Guerra Mondiale) ma anche importanti crisi che segnano altre parti del mondo: dall’Africa all’Afghanistan. Nel 2021 il mondo già scosso dalla pandemia, ha visto infatti un drammatico riacutizzarsi dei conflitti. Sono ben 23 i paesi dove si combattono guerre di cosiddetta “media” o “alta” intensità: 850 milioni le persone coinvolte.

Ad aggravare la situazione, come dicevamo all’inizio, contribuiscono carestie ed emergenze climatiche che fra l’altro rallentano anche fortemente le risposte umanitarie. Anche perché spesso ad accogliere fiumi di disperati sono paesi le cui risorse sono già precarie. Basti pensare che il numero di arrivi è aumentato in Uganda, Ciad, Sudan ovvero nazioni già allo stremo (complessivamente, il 27 per cento di rifugiati è in paesi a loro volta fragili). “Se la comunità internazionale non farà fronte in maniera unitaria a questa tragedia umana, risolvendo i conflitti in corso e individuando soluzioni durature, sarà sempre più difficile fermare questa terribile tendenza” dice Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi.

la Repubblica

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