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2010-2019: decennio letale per i bambini, 45 violazioni gravi ogni giorno…

di Andrea Iacomini

Gennaio 2019: violenze, sfollamenti e condizioni climatiche invernali estremamente dure in Siria hanno ucciso almeno 32 bambini.

Febbraio: diversi attacchi violenti contro i centri di cura per l’ebola in Repubblica Democratica del Congo.

Marzo: oltre 150 persone, fra cui 85 bambini, uccise in Mali centrale, con un ulteriore attacco a Sobane-Kou in cui sono rimasti uccisi altri 24 bambini.

Aprile: 14 bambini sono stati uccisi e 16 gravemente feriti da un’esplosione vicino a due scuole in Yemen.

Maggio: l’Unicef ha chiesto ai governi di far tornare nei loro Paesi d’origine i bambini abbandonati nei campi o in centri di detenzione nel nordest della Siria.

Giugno: 3 bambini utilizzati per detonare esplosivi che hanno ucciso 30 persone e ferito altre 48 in un centro comunitario in Nigeria.

Luglio: decine di bambini rimasti feriti in un’esplosione che ha danneggiato una scuola in Afghanistan.

Agosto: in un solo fine settimana riportati 44 civili uccisi a causa di bombardamenti aerei in Siria nordoccidentale, fra cui 16 bambini e 12 donne.

Settembre: l’Unicef ha segnalato che 2 milioni di bambini ancora non andavano a scuola in Yemen; circa la metà ha abbandonato dopo l’inizio del conflitto nel 2015.

Ottobre: con l’aumento delle violenze in Siria nordorientale, uccisi 5 bambini e feriti 26. Ciò ha portato il numero di bambini uccisi in Siria nei primi 9 mesi dell’anno a 657 e quello dei bambini feriti a 324.

Novembre: l’Unicef ha dichiarato che 3 anni di violenze e instabilità nelle regioni nordoccidentali e sudoccidentali del Camerun hanno lasciato oltre 855.000 bambini fuori da scuola.

Dicembre: 5 bambini uccisi quando un uomo armato ha aperto il fuoco in un luogo di culto in Burkina Faso.

È un tragico calendario, quello dell’anno appena trascorso, che ci ricorda il prezzo letale che i bambini continuano a pagare ogni giorno mentre i conflitti imperversano in tutto il mondo.

Per ogni atto di violenza contro i bambini che finisce sulle prime pagine dei giornali e genera sdegno, ce ne sono molti di più che non vengono segnalati: dall’inizio del decennio, le Nazioni Unite hanno verificato oltre 170.000 violazioni gravi contro i bambini in zone di conflitto, più di 45 ogni giorno. Solo nel 2018 sono state oltre 24.000, e più di 12.000 bambini sono stati uccisi o mutilati.

Gli attacchi e le violenze contro i bambini non sono rallentati nel 2019: durante la prima metà dell’anno, le Nazioni Unite hanno verificato oltre 10.000 violazioni simili contro i bambini, anche se i numeri reali potrebbero essere molto più alti. Il numero di Paesi in conflitto è il più alto dall’adozione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza nel 1989, con decine di conflitti armati violenti che uccidono e causano mutilazioni ai bambini e li costringono a fuggire dalle loro case.

I conflitti nel mondo durano di più, causando maggiore spargimento di sangue e una maggiore perdita di giovani vite. L’utilizzo continuo e diffuso di bombardamenti aerei e armi esplosive come mine da terra, mortai, ordigni esplosivi improvvisati, attacchi missilistici, munizioni a grappolo e attacchi di artiglieria, causa la grande maggioranza degli incidenti tra i bambini nei conflitti armati.

Inoltre, nel mondo, più di 2,5 milioni di bambini nascono morti ogni anno. Nel 2018, 2,5 milioni di bambini sono morti nel loro primo mese di vita. Tra questi bambini, la maggior parte è morta per cause prevenibili come la nascita prematura, complicazioni durante il parto e infezioni come sepsi.

L’inizio di un nuovo anno e di un nuovo decennio è un’occasione per riflettere sulle nostre speranze e aspirazioni, non solo per ciò che ci riserva il nostro futuro, ma anche per il futuro di coloro che verranno dopo di noi. Agli oltre 392.000 bambini nati ieri, il primo giorno del 2020, in tutto il mondo, ma anche a quelli nati oggi, a quelli già nati e a quelli che nasceranno in futuro, auguriamo soltanto che i loro diritto più basilare venga rispettato: quello alla vita.

www.huffingtonpost.it

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