Browse By

Terrore in Sahel, stragi in Mali Ciad e Burkina Faso: 80 morti…

Raid sui civili. Gli Stati Uniti evacuano i loro civili, familiari, diplomatici e personale consolare. Agguati ad opera di Boko Haram e gruppi legati ad al-Qaeda e Daesh anche contro i militari. Truppe maliane a caccia di terroristi in un villaggio dei Peuhl a Ndak.

Iswap o Boko Haram, terrore puro
Tutto il terrorismo e il peggio di tutto. «Non c’è tregua nel Sahel dove ormai si alternano gli attacchi di gruppi jihadisti che vanno dall’Iswap, (lo Stato islamico della provincia dell’Africa Occidentale) fino a Boko Haram. Quasi ottanta le vittime in due giorni», denuncia avvenire, tra i pochi quotidiani ad ricordarsi che l’Africa esiste, che è enorme e che ribolle a tre bracciate di mare da casa nostra. «Nelle prime ore della mattinata di ieri, un attacco jihadista effettuato in un mercato nel nord del Paese (Tongomayel) ha provocato la morte di 50 civili (bilancio provvisorio). Nessun italiano risulta coinvolto. Da ieri, gli Usa stanno intanto provvedendo all’evacuazione dei familiari (inferiori ai 21 anni di età) dei diplomatici e del personale consolare.

Attacco ai militari in Mali
In Mali invece è guerra aperta. «Sono 20, invece, i soldati uccisi lunedì in un attacco prima dell’alba contro un campo militare nel Mali centrale». E il governo locale spiega che i «terroristi» sono entrati nel campo vicino al villaggio di Sokol, hanno ucciso i soldati e causato «danni materiali significativi». «I jihadisti con collegamenti con al-Qaeda e Daesh operano nel Mali centrale e settentrionale e hanno usato l’area come base per attaccare soldati e civili in Burkina Faso e in Niger -spiega per fortuna Avvenire-. In Mali è da tempo in corso l’Operazione Barkhane guidata dai francesi: i risultati restano però limitati, mentre il numero di perdite è in continua crescita», è l’ammissione sconfortante.

Boko Haram torna in Ciad
Altro scenario, altro macello. «Sei militari ciadiani sono stati uccisi e altri 10 (cinque secondo altre fonti) sono rimasti feriti in un attacco ritenuto opera dei jihadisti di Boko Haram in Ciad. Lo ha riferito il generale Taher Erda, capo di Stato maggiore, precisando che i soldati ‘erano di pattuglia’ sull’isola di Tetewa, nel Lago Ciad, quando sono stati attaccati da elementi di Boko Haram». Boko Haram «come le bestie dell’Apocalisse, come un’Idra dalle tante teste. Appena gliene tagli una, ne ricresce immediatamente un’altra», denuncia il vescovo di Maroua-Mokolo nel nord del Camerun, dove il gruppo terrorista di matrice islamica a varcato i confini della Nigeria e terrorizza Paesi vicini quali lo stesso Camerun, il Niger e il Ciad.

Il vertice della Caritas del Sahel
«Non passa giorno in cui non vi sia notizia di nuovi attacchi e incursioni dei terroristi dalla frontiera tra Camerun e Nigeria – continua il presule-. I rapimenti e le esecuzioni dei contadini hanno portato a un vero e proprio regno del terrore». E la Caritas del Sahel denunciano come i focolai di tensione si concentrano in Burkina Faso dove nel 2019 vi è stata un’escalation della violenza soprattutto verso le comunità cristiane, la regione del lago Chad tra Niger, Nigeria e Chad, il centro e il nord del Mali. «Le violenze hanno provocato la fuga di centinaia di migliaia di persone verso aree ritenute più sicure all’interno degli stessi paesi e verso quelli limitrofi. Una situazione che aggrava le già precarie condizioni di sicurezza alimentare della popolazione esposta a ricorrenti crisi climatiche».

Sahel crocevia
Perché il Sahel tra tutta l’Africa? Il Sahel è crocevia di flussi di diversa origine. La strada dei migranti verso l’Europa, ad esempio. «Una mobilità principalmente interna alla regione dell’Africa occidentale garantita anche da accordi di libera circolazione, ma sempre più criminalizzata dai fenomeni di traffico e tratta di esseri umani e da politiche restrittive e di esternalizzazione delle frontiere dettate dagli Stati europei». (La missione militare italiana in Niger, ad esempio). Questo a altro, spiegano alla Caritas, non procura loro amici tra la bande di apparente affiliazione religiosa-politica, sulla disperazione e la fame di popoli in fuga basano parte della loro ricchezza. Caritas Italiana (annotazione dovuta ad Avvenire) si concentra in 6 paesi della regione, Burkina Faso, Niger, Nigeria, Senegal, Mali, Mauritania. Front line.

www.remocontro.it

Please follow and like us: