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Afghanistan tregua dopo 10mila civili colpiti, pace e italiani a casa?…

Mini tregua a rischio ‘guastatori’
«Al via la mini-tregua in Afghanistan per aprire la strada a uno storico accordo tra Stati Uniti e taleban che inneschi veri e propri negoziati di pace e porti dopo 18 anni alla fine della presenza militare Usa nel Paese». L’ottimismo della speranza per Avvenire, rispetto ad una guerra che anche lo scorso anno -statistica di poche ore fa- è costata la morte o il ferimento di diecimila civili. La firma della pace, per Donald Trump, che da settimane parla di intesa vicina, sarebbe un successo di politica estera forse decisivo per la sua rielezione, dopo i risultati incerti e deludenti dalla Corea del Nord all’Iran, dalla Siria al Medio Oriente.

‘Riduzione delle ostilità’
«Per sette giorni – ha annunciato il governo di Kabul – è stata concordata tra le parti una immediata “riduzione delle ostilità”, a partire da oggi, frutto dei lunghi e complessi negoziati svoltisi per settimane in Qatar.» Se il cessate il fuoco reggerà, allora il 29 febbraio a Doha – hanno confermato i vertici taleban e il segretario di stato Usa Mike Pompeo – ci sarà la firma del vero e proprio accordo. «La svolta era già nell’aria dalla conferenza di Monaco sulla sicurezza internazionale». L’incontro del segretario di stato Mike Pompeo e il capo del Pentagono Mark Esper col presidente afghano Ashraf Ghani – ieri guarda caso confermato vincitore nelle discusse elezioni -, presenti il comandante delle truppe Usa in Afghanistan, e l’inviato speciale che in Qatar tratta con i negoziatori taleban.

Prove di possibile pace
La riduzione delle ostilità prevede una settimana da ieri in cui dovrà cessare ogni tipo di violenza: dalle bombe in strada al lancio di razzi passando per gli attacchi suicidi. Sabato prossimo, salvo incidenti, la firma dell’accordo –ma, attenzione- non per la pace, ma solo l’avvio delle trattative ufficiali tra tutte le parti (probabilmente il 10 marzo) per attuare il previsto ritiro Usa. Germania e Norvegia si sarebbero offerte per ospitare i colloqui di pace, ma tutto è ancora da decidere.

Usa (e italiani) veramente via dall’Aghanistan?
Per l’uscita delle truppe americane dall’Afghanistan -ben 12mila uomini, attualmente- (e i 900 militari italiani), «l’ipotesi è quella di un ritiro graduale in un arco di tempo di 18 mesi». Dovrebbero proseguire però tutte le operazioni anti-terrorismo contro gruppi come Daesh-ex Isis e al Qaeda. Applausi scontati dalla Nato che esegue. «Un test critico della volontà e della capacità dei taleban di ridurre la violenza e contribuire alla pace in buona fede», recita Stoltenberg, «a garantire che il paese non sia mai più un rifugio sicuro per i terroristi». Plauso anche da Mosca che parla di “un evento importante per il processo di pace in Afghanistan”.

Atroce bilancio Onu 2019
Più di 10.000 civili colpiti, uccisi o feriti in Afghanistan l’anno scorso, denuncia il rapporto Onu diffuso nel giorno della tregua annunciata. Secondo le Nazioni Unite, nel 2019 sono stati uccisi 3.404 civili e feriti 6.989. Il numero è sceso del cinque per cento rispetto al 2018, ma è stato comunque il sesto anno consecutivo che la guerra ha colpito più di 10.000 civili. Quel cento di colpiti in meno è attribuito alla diminuita attività dell’affiliato locale dello Stato islamico nell’Afghanistan orientale, gran parte spazzato via l’anno scorso.

www.remocontro.it

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