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Australia shock in Afghanistan, «scanna il prigioniero per essere vero soldato»

«La pagina più vergognosa nella storia militare dell’Australia»: 39 civili torturati e uccisi senza un motivo, il primo essere umano ucciso per diventare ‘vero soldato’. Tutti casi di omicidio avvenuti quando le vittime erano sotto custodia e del contingente australiano: una pratica ricorrente, scopre l’indagine.
Ieri le rivelazioni su Remocontro delle bandiere naziste sventolare dagli stessi militari della vergogna.

Esecuzioni sommarie come riti di iniziazione
Omicidi gratuiti come rito di iniziazione, uomini e ragazzi afghani innocenti uccisi a sangue freddo e poi presentati come pericolosi militanti, vere e proprie gare a chi uccideva più «nemici combattenti», per vanteria o per carriera. La cronaca di Giuliano Battiston sul Manifesto sembra inseguire l’altra vicenda shock ripresa su Remocontro dell’ormai ‘famigerato’ contingente australiano in Afghanistan che esibiva bandiere naziste. E ora si spiega meglio.

Sas disonorati e codardi
«39 civili afghani uccisi senza ragione da 25 membri delle forze speciali australiane, le SAS (Special Air Service), in 23 episodi differenti».

Sono alcuni dei fatti che emergono da un rapporto di 465 pagine reso pubblico ieri e redatto dal giudice militare Paul Brereton, nella sua indagine su presunti crimini di guerra in Afghanistan. Dopo 4 anni di inchiesta, più di 400 interviste, 25.000 documenti analizzati e 20.000 immagini raccolte, Brereton ha descritto quella che il capo di Stato maggiore Angus Campbell ha presentato come la pagina «forse più vergognosa della storia militare australiana».

Pratica ricorrente e mostruosità organizzate
Il rapporto rivela una pratica ricorrente. I comandanti chiedevano ai nuovi militari assegnati, di superare una sorta di rito di iniziazione: esecuzioni degli afghani sotto loro custodia. Ammazzare per spirito di corpo e di affiliazione. Ci sarebbero state vere e proprie gare per ottenere il più alto numero di uccisi, tutti falsi «nemici combattenti». Civili innocenti, sui cui corpi venivano lasciate armi, granate, riviste di armamenti, così da legittimarne l’uccisione.
Un modo «per nascondere uccisioni illegali deliberate», recita il rapporto. Tutti i casi riguardano omicidi avvenuti fuori dal fronte di battaglia, quando gli afghani erano detenuti o sotto custodia dei militari australiani.

Dopo la vergogna la giusta punizione?
Il Giudice autore dell’inchiesta scrive di «tradimento vergognoso e profondo di tutti quei valori per cui combattono le forze armate australiane». Di vergogna parla anche il primo ministro australiano, che ha chiamato il presidente afghano Ashraf Ghani promettendo assicurare che giustizia verrà fatta. Qualcuno ne dubita. Gli elementi raccolti andranno valutati con processi penali veri e propri. Una strada lunga e in salita.

Per ora sotto processo il denunciante
Per ora sotto inchiesta c’è soltanto David McBride, ufficiale e avvocato dell’esercito, due missioni in Afghanistan, che ha cercato inutilmente di denunciare ai superiori i comportamenti dei membri delle forze speciali. Inascoltato, è diventato un ‘whistleblower’, il denunciante interno che ha fornito documenti classificati all’Australian Broadcasting Corp.

Whistleblower e gli ‘Afghan files’
Nel luglio 2017 la Abc ha pubblicato gli Afghan Files, ma è stato McBride a finire sotto inchiesta. E ora rischia addirittura una condanna a vita per aver spezzato il muro di omertà e complicità nell’esercito. Di questo assurdo giuridico normativo che governa le forze armate, generali e premier al momento non hanno ancora chiesto scusa e promesso rimedi.

Tra coscienza e paraculismo
Il generale Campbell ora denuncia «la cultura guerriera egocentrica e la «competitività tossica tra i reparti speciali». «I comandanti sul campo percepiti come ‘semi-dei’, si sentivano parte di una élite, superiori alle regole di ingaggio». «E quanti avrebbero voluto parlare sono stati scoraggiati, intimiditi, discreditati». Per questo c’è chi chiede al governo australiano di ritirare le imputazioni contro il whistleblower McBride.

Domanda di Remocontro a generale e premier: «Quanti generali e alti ufficiali sono stati cacciati della forze armate con disonore per omesso controllo di loro diretta responsabilità, complici di fatto per quelle mostruosità non impedite?».
E quanti ufficiali hanno perso stellette e carriera per quelle svastiche del disonore?

REMOCOMNTRO

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