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Bambini, quasi 7 milioni finiranno il 2020 lontano dalle loro case, rischiando la vita per il freddo…

Il report di Save The Children. Uccisi solo in Siria 15 minori fuggiti da conflitti e violenze. L’inverno è pericoloso tanto quanto le minacce alle loro spalle. Temperature gelide e teli di plastica per coprirsi.

Europa, Medio Oriente e Asia sotto la morsa del freddo: sono circa 6,9 milioni i bambini costretti a concludere questo anno da sfollati, lontano dalle proprie case, in tende leggere, rifugi inadeguati o addirittura all’aperto, rischiando la vita a causa dell’abbassamento delle temperature che sono già scese sotto lo zero. È l’allarme lanciato da Save the Children. l’Organizzazione internazionale impegnata da 100 anni nella lotta a sostegno dei bambini a rischio. “Milioni di bambini – spiega Rachael Cummings, responsabile dell’intervento sanitario di Save the Children – sono sfuggiti a terribili conflitti e violenze, in cerca di sicurezza. Eppure per alcuni l’inverno rigido potrebbe essere pericoloso tanto quanto le minacce che si sono lasciati alle spalle. Durante la scorsa stagione fredda, nel giro di poche settimane, le temperature gelide e le difficili condizioni hanno ucciso solo in Siria quindici bambini che erano fuggiti dal conflitto”

La situazione in Siria: il racconto di Hamida. In Siria 2,6 milioni di bambini sono sfollati a causa dei quasi nove anni di conflitto ininterrotto. Sebbene si tratti di una situazione complessa che si differenzia a seconda delle diverse aree del Paese, prima delle recenti escalation nei combattimenti nel Nord del Paese, il 14% delle famiglie di sfollati erano costrette a vivere in luoghi fatiscenti, campi troppo estesi e altri rifugi, molti dei quali senza energia elettrica, dove è quasi impossibile garantire la salute dei bambini. Ad esempio, il campo di Areesha, nel Nord Est della Siria, è seriamente sovraffollato e le inondazioni ripetute in inverno hanno aggravato la situazione già compromessa delle famiglie, molte delle quali sono dovute fuggire dal conflitto più volte. “Mi sono dovuta spostare quindici volte all’interno di questo campo durante lo scorso inverno – racconta agli operatori di Save the Children Hamida*, 40 anni, madre di sette figli – l’intero campo si è allagato, la tenda si è inzuppata d’acqua e il terreno si è trasformato in una palude. I miei figli non avevano vestiti adeguati, non avevamo il riscaldamento e nemmeno la legna per accendere il fuoco. Siamo spaventati da ciò che sta arrivando, abbiamo davvero paura della pioggia. Molti bambini hanno perso la vita lo scorso inverno per il freddo e le inondazioni”.

In Libano nei campi della Bekaa. Il conflitto siriano ha costretto anche 2,5 milioni di bambini a fuggire in altri Paesi che potrebbero raggiungere temperature molto rigide nelle prossime settimane o nei prossimi mesi. In alcune parti del Libano, le temperature sono diminuite improvvisamente negli ultimi giorni. I bambini che vivono nei campi della valle della Bekaa sono indeboliti dalle tempeste come quelle che hanno colpito il Paese nel gennaio 2019. I rifugi si sono allagati, bagnando e danneggiando i pochi beni preziosi delle famiglie e lasciandole a rischio di ipotermia.

In Bosnia Erzegovina, si vive nei container. Situazione analoga per i profughi che, fuggendo da violenze e conflitti, si trovano sulla rotta balcanica: più di 28.000 rifugiati e migranti sono arrivati in Bosnia ed Erzegovina quest’anno e più di 8.000 sono ancora nel paese che è già stato colpito da forti nevicate. Molti di loro, compresi i bambini, occupano edifici in disuso e bruciano plastica per riscaldarsi oppure alloggiano in container vuoti. Tra di loro Jakey*, 15 anni, fuggito senza i suoi genitori dalle persecuzioni dei talebani in Afghanistan: vive in un container in un’ex fabbrica senza luce naturale e senza riscaldamento. “Il percorso durante il mio viaggio è stato difficile, faceva molto freddo. Ho visto che due persone sono morte a causa del freddo” ha raccontato Jakey. In Bosnia ed Erzegovina Save the Children ha recentemente contribuito a evacuare un accampamento poco dignitoso, gelido e coperto di neve che si era sviluppato in un ex sito di rifiuti, che evidenzia la sfida enorme di mantenere i bambini al sicuro e al caldo in ambienti caotici e pericolosi.

Afghanistan: protetti dal freddo con teli di plastica. “A volte – spiega ancora Cummings – teli di plastica spessi solo pochi millimetri o pareti fatiscenti di edifici abbandonati, sono tutto ciò che separa i bambini dall’esterno, mentre le temperature precipitano. Anche quando le famiglie sono riuscite ad affittare un posto dove stare, è difficile trovare o potersi permettere un alloggio che protegga completamente dal freddo, dal vento e dall’umidità. Molti bambini sono stipati insieme in stanze sovraffollate che in inverno diventano aree perfette per la produzione di malattie, quando le persone escono meno e i fumi di incendi e riscaldatori intasano i polmoni dei più piccoli”, Gli inverni rigidi e i rifugi di fortuna – si legge nel report di Save the Children, che sta distribuendo coperte, vestiti e generi di prima necessità – possono essere mortali. In Afghanistan, le organizzazioni umanitarie hanno riportato un aumento della mortalità infantile in inverno: dopo 18 anni di guerra le famiglie sfollate vivono spesso in case fatte di terra, senza elettricità, e lottano per procurare vestiti caldi o addirittura scarpe ai propri figli. Molti bruciano plastica e legno per riscaldare le stanze, mente le temperature hanno già raggiunto i -5 °C questo inverno e potrebbero abbassarsi ulteriormente.

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