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Bari, i genitori lasciano un neonato nella culla della chiesa: “Lo ameremo per sempre”

Il neonato dopo l’arrivo al Policlinico 

Il piccolo sta bene ed è ricoverato al Policlinico. Il parroco di San Giovanni Battista racconta che la culla fu installata nel 2014: “Quando è squillato il telefonino ero emozionato, sapevo cosa voleva dire”

Quando è squillato il telefonino, alle 8 e un quarto, il cuore mi è arrivato in gola perché sapevo bene il significato di quel suono“. Don Antonio Ruccia è il parroco di San Giovanni Battista nel quartiere Poggiofranco a Bari e racconta rivela l’emozione provata nel trovare un neonato all’interno della culla termica della chiesa. “Strillava come un matto ed era meraviglioso”, continua.

Accanto al piccolo, che dovrebbe avere non più di una settimana di vita, un biglietto lasciato dai suoi genitori.

“C’era scritto che il nome da dargli, Luigi. E si diceva che la mamma e il papà lo avrebbero amato per sempre”,

racconta con la voce tremula il parroco, che è andato in caserma dai carabinieri a denunciare l’accaduto. “Ho chiamato subito il 118 e ora il bimbo è al Policlinico”, continua il sacerdote. “In collaborazione con il reparto di Neonatologia del Policlinico di Bari abbiamo pensato alla culla termica anni fa. L’iniziativa è stata attivata il 24 giugno del 2014 e oggi per la prima volta è stata usata. Mi creda, vedere quella vita nella culla mi ha riempito il cuore di meraviglia e gioia. È stato indescrivibile”.

La culla termica, una ‘ruota degli esposti’ aggiornata ai tempi e alle tecnologie attuali, si trova in via Arcidiacono, vicino alla parrocchia, protetta da un cancello grigio e da inferriate e circondata da alberi frondosi. Quando un neonato viene depositato, scattano il riscaldamento del lettino e un avviso sonoro che allerta il parroco e i medici del Policlinico e due azioni immediate.

Se il neonato è nudo la temperatura nella culla si assesta fra i 32 e i 34 gradi centigradi, se il bambino è avvolto in coperte o è vestito, come è successo stavolta, il macchinario è in grado di gestirne il calore. Sulle grate che circondano il piccolo locale in cui si trova la culla campeggia un manifesto con la scritta

‘Nessun bambino è un errore. Se sei in una situazione difficile e non riesci a prenderti cura del tuo bambino, lascialo nella culla termica. Nel più completo anonimato, sarà accolto e assistito’.

L’accesso libero è garantito 24 ore su 24. In Puglia ci sono altri due dispositivi analoghi a Monopoli e a Taranto.

Il piccolo indossava una tutina a fasce bianche e azzurre. “Inutile dire l’emozione dei colleghi che erano di turno”, dice il primario di Neonatologia, Nicola Laforgia. “Il neonato sta molto bene e sembra sanissimo. È Un bambino in ottime condizioni. Ha qualche giorno di vita e procederemo a tutti i controlli nelle prossime ore”. E ancora: “È un segnale di speranza nei giorni successivi alla pandemia, per tutto quello che abbiamo vissuto. La scelta dei genitori è stata sicuramente sofferta. Non sappiamo i motivi alla base della scelta, forse motivi economici o altro. L’importante è che abbiano dato una possibilità a questo bambino, che è come se oggi rinascesse una seconda volta”.

Ora toccherà al tribunale dei minori avviare le procedure. Intanto “continueremo a prendercene cura noi”, aggiunge il neonatologo. “Abbiamo creato la culla termica sei anni fa e da allora non era stata mai usata. Quanto accaduto oggi, in questa assolata giornata di piena estate, è davvero un segno di rinascita”, conclude.

la Repubblica

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