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Brasile umiliato dalla vergogna Bolsonaro, prepara i conti giudiziari e con la storia

Dopo sei mesi di lavoro, relazione della commissione di indagine sul presidente brasiliano Jair Bolsonaro nella lotta all’epidemia di Covid, è stata approvata con maggioranza semplice dal Senato. Copia sarà consegnata alla magistratura ordinaria, alla Corte Suprema e alla Corte internazionale dell’Aja.
Contestati a Bolsonaro crimini contro l’umanità, uso inappropriato dei fondi pubblici, incitamento al crimine e prevaricazione.
Il Senato ha chiesto che il presidente brasiliano sia sospeso da tutte le reti social a tempo indeterminato, come deciso per Trump.

Caricaturale feroce Bolsonaro
Crimini contro l’umanità, uso inappropriato dei fondi pubblici, incitamento al crimine e prevaricazione del ruolo di autorità. Oltre un comune bandito, a rincorrere precedenti feroci autoritarismi latino americani. La decisione del senato brasiliano che forse non produrrà alcun processo in casa, almeno simo alla cacciata elettorale del personaggio, è stata consegnata alla magistratura ordinaria, alla Corte Suprema e alla Corte internazionale dell’Aja.

Presidente famiglia e amici
Con il presidente brasiliano, vengono coinvolti nelle accuse quattro ministri del suo governo, tre suoi figli, oltre a un gruppo di parlamentari della destra, di imprenditori colpevoli di aver tentato vendite fraudolente di vaccini all’esecutivo, e altre settanta persone a vario titolo coinvolte.
La commissione ha anche chiesto dati di Google, Facebook e Twitter sulle auto reclamizzate attività del presidente dall’aprile dell’anno scorso, quando scoppiò l’epidemia di Covid che al Brasile è costata fino a ora la morte di 605mila persone e 21,7 milioni contagi. Collocando il gigante sudamericano al secondo posto subito dopo gli Stati Uniti nella graduatoria mondiale dei Paesi che hanno registrato il maggior numero di decessi.

Via dai social come Trump
Sulla scia del suo idolo e maestro Donald Trump pochi giorni fa a Bolsonaro era stato bloccato l’account di YouTube per aver diffuso un video in cui sosteneva che l’uso dei vaccini anti Covid favoriva l’insorgere dell’Aids.
Le innumerevoli bugie sull’epidemia sparse in questi anni da Bolsonaro, a derubricare il Covid ad una ‘gripezinha’, una semplice influenza, sono alla base la richiesta del Senato di entrare in possesso delle sue attività via internet a sostegno delle accuse di crimini contro l’umanità.
Prima ancora della sospensione da parte di YouTube, seguito da Facebook e Instagram, le affermazioni del presidente brasiliano avevano suscitato le critiche da parte degli ambienti medici che avevano denunciato quanto detto da Bolsonaro tra le innumerevoli fake news.

137 richieste di impeachement
Mentre il Senato approvava ieri le conclusioni della commissione, alla Camera sono in attesa ben 137 richieste di impeachment bloccate dalla destra che vanno dal genocidio alle accuse a Bolsonaro di aver lucrato sugli acquisti dei vaccini assieme ai tre figli, segnala sull’HuffPost Claudio Madricardo.
Intanto nei sondaggi è in picchiata, col 61% dei brasiliani che considerano il suo governo negativamente: «la crisi economica precipita, la povertà assoluta si estende toccando quindici milioni di brasiliani, e l’inflazione galoppa a due cifre».

Ciarlatano malvagio
Oltre alle accuse di crimini contro l’umanità, Bolsonaro è imputato di essere una delle cause della violenza dell’epidemia per aver disatteso le misure sanitarie necessarie. «Ciarlataneria medica, incitazione al delitto, attentati contro la dignità della sua carica, prevaricazione, falsificazione di documenti, uso irregolare di denari pubblici».
Bolsonaro impegnato fin dall’inizio dell’epidemia a demolire il prestigio della comunità scientifica internazionale con le sue prese di posizione a favore di rimedi dubbi come la clorochina, contro i suggerimenti dell’uso della mascherina e di misure di distanziamento, imponendo agli operatori sanitari brasiliani misure prive di efficacia contro il virus. Alla Donald Trump ma persino peggio del sua maestro politico.

Alzare sempre lo scontro
Sempre sull’esempio texano trumpista, Bolsonaro non ha smesso di giocare ad innalzare lo scontro e la continua erosione delle istituzioni democratiche del suo Paese. Indicativo che sulle elezioni presidenziali del prossimo anno, Bolsonaro prevede per se stesso tre ipotesi: “essere arrestato, essere ammazzato, la vittoria”, escludendo quella di poter uscire sconfitto dalle urne.
Quasi la predisposizione fotocopia di quanto accaduto a Washington il 6 gennaio con l’assalto organizzato, e negare la vittoria dell’avversario. Una riedizione in salsa carioca della giornata di Capitol Hill, nel caso, al momento assai probabile, uscisse sconfitto dalle urne.

Gli Usa di Biden che pensano di fare?
La pericolosa deriva impressa da Bolsonaro al suo governo, ha spinto un gruppo di congressmen statunitensi a denunciare la timidezza dell’amministrazione Biden, al quale è stato chiesto di minacciare una revisione delle relazioni con il Brasile, «affinché Bolsonaro metta fine alle manipolazioni elettorali, alla corruzione e alla continua deforestazione dell’Amazzonia». E bloccare la decisione di Trump di fare del Brasile un socio della NATO.
Nato per vedere armi Usa, l’intento di Trump, ora crea oggettivi anche se nascosti imbarazzi. «Ammesso, e ancora non concesso, che Biden possa finalmente esprimere quali sono le linee della nuova amministrazione in America Latina», la legittima polemica di Claudio Madricardo.

Tutti a cercare di capire in cosa si differenzino gli Stati Uniti di oggi rispetto a quelli di un anno fa, sperando che il poco che si profila basti ad evitare al gigante brasiliano un possibile futuro da brividi.

REMOCONTRO

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