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Caterina e Teresa, madre e figlia, sono morte insieme in un incidente stradale…

di Maria Luigia Alimena

Loro sono Caterina e Teresa. Madre e figlia.
50 anni contro 25.
L’una la metà della vita dell’altra.

Caterina e Teresa sono morte ieri, insieme, in un incidente stradale. Tornavano dal Policlinico Gemelli perché Caterina affrontava la sua battaglia personale contro un tumore. Ma, si sa, il cancro in una famiglia non è mai la guerra di uno solo ma di tutti.

Ciascuno lo combatte con le sue armi, con le speranze del proprio ruolo.

Una madre che assiste alla malattia della propria figlia è una donna che si sente sola ed avvolta nel buio di un dolore così intimo e pungente che nessuno può comprendere a pieno, neppure un’altra madre. Perché ogni dolore si bagna della storia personale di ciascuno di noi. Si nutre di consapevolezze tenute in disparte finché la paura di perdersi non le rende armature di cui vestirsi in momenti necessari.

Caterina, una vita davanti. Messa a dura prova. Non solo dalla malattia. Da quel bastardo di un cancro, anche quella dei viaggi. Una vita messa alla prova dal diritto alla cura che dovrebbe essere possibile effettuare quanto più vicino alla propria casa.

Un paziente costretto a viaggiare per potersi curare adeguatamente è la vergogna di uno Stato malato. Di uno Stato in cui tutti combattiamo contro la malattia del disinteresse, in cui ci ritroviamo arresi come dinanzi a storie come queste: morte in un incidente intrapreso per curarsi.

La loro storia è la storia della mia Regione.

La mia terra ha il coraggio di continuare a sperare, di continuare a partorire giovani menti brillanti, medici, professionisti, ricercatori che vanno ad animare sistemi sanitari più degni del nostro, mentre la nostra gente muore ed i nostri ospedali annaspano tra carenze strutturali ed inefficienze.

Chi resta guarda svanire il coraggio di quanti sanno ancora lottare.

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