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Chi sono i Rohingya

Una delle minoranze più perseguitate al mondo

I rohingya che vivono in Myanmar sono circa un milione. Musulmani in un paese a grande maggioranza buddista, si trovano prevalentemente nello stato occidentale di Rakhine. Molti di loro sostengono di risalire a popolazioni islamiche arrivate in quel territorio secoli fa, ma per il governo discendono da immigrati giunti dal Bangladesh nell’800 – quando l’intera regione era sottoposta al dominio coloniale britannico.

Lo stato rifiuta di considerarli cittadini birmani, o di inserirli nella lista delle minoranze etniche ufficialmente riconosciute. Ai rohingya sono quindi negati diritti fondamentali come la libertà di circolazione e l’accesso a mercato del lavoro, scuole e ospedali.

La loro situazione è andata peggiorando con il passare dei decenni. Quando il Myanmar ottenne l’indipendenza nel 1948, ai membri di questa minoranza venne data la possibilità di ottenere documenti d’identità. Alcuni di loro furono anche eletti in parlamento. Ma la giunta militare che prese il potere nel 1962 fece marcia indietro, dichiarando i rohingya ufficialmente stranieri.

Una legge del 1982 prevede che per fare domanda di cittadinanza ogni rohingya debba dimostrare che la sua famiglia si trovava già nel paese prima dell’indipendenza. Siccome in genere i membri di questa minoranza non dispongono dei documenti necessari, la norma li rende di fatto apolidi.

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