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Due bambini scappati dall’Afghanistan sono morti per dei funghi velenosi, in Polonia

di Christina Ciszek
I due bambini di 5 e 6 anni erano fuggiti dall’Afghanistan con la famiglia: sono stati uccisi da una zuppa di amanita falloide. I funghi, hanno detto, sono stati «raccolti per fame», ma il governo respinge le accuse di aver risparmiato sui pasti dei profughi

Sono fuggiti dall’inferno in Afghanistan per trovare la morte in Polonia.

Due bambini appartenenti a una famiglia di rifugiati afghani, scappati negli scorsi giorni da Kabul, sono morti per aver mangiato l’amanita falloide, uno dei funghi più velenosi al mondo.

La famiglia, composta da 12 persone, è arrivata il 23 agosto nel centro di accoglienza a Podkowa Leśna-Dębak vicino a Varsavia. (Attualmente, in Polonia, ci sono 1024 rifugiati afghani, collaboratori dei polacchi e le loro famiglie).

Il 24 agosto sono andati nel bosco, sull’area del centro, per raccogliere funghi per fare una zuppaPer fame, spiega la famiglia: anche se i media locali — a partire dalla Gazeta Wyborcza — spiegano che alcuni volontari portano generi alimentari al centro, e il portavoce dell’Ufficio per gli Stranieri, Jakub Dudziak, ha definito quelle della famiglia «delle bugie»: «Non è vero che manchi cibo per i rifugiati nei centri di accoglienza. Ci sono tre pasti al giorno, rispettando le norme culturali e religiose».

Il 26 agosto, due giorni dopo la raccolta, tutta la famiglia aveva sintomi d’intossicazione. I due bimbi più piccoli — Mustafa, 6 anni, e Ali, 5 — sono stati portati al Centro della salute dei bambini a Varsavia, dove sono stati loro riscontrati seri problemi epatici. Il giorno dopo è stata ricoverata anche la sorella, di 17 anni.

Le condizioni di Ali sono apparse da subito disperate, e il bimbo è morto giovedì. Ventiquattro ore più tardi, nonostante un trapianto di fegato, è morto anche Mustafa.

La sorella, invece, è lentamente migliorata, ed è stata dimessa.

Dopo la morte dei due bimbi, si cercano spiegazioni che diano ragione del fatto che la famiglia abba deciso di andare a raccogliere funghi.

Il centro di accoglienza a Dębak non alloggia solo rifugiati afgani, e i pasti — basati sulla cucina polacca-europea: pane, salumi, ricotta, yogurt, zuppe, patate, carne ed insalate — non piacciono a tutti. La famiglia, posta in quarantena, all’arrivo in Polonia, non ha potuto muoversi liberamente e andare a fare la spesa. E in Polonia, diversamente che in Afghanistan, ci sono moltissime specie di funghi: 1.300, secondo la Associated press, circa 200 dei quali sono velenosi. La stessa amanita falloide assomiglia molto a un altro tipo di funghi, perfettamente edibile.

E ci sono critiche contro il budget stanziato per i pasti dal governo: per il cibo di un rifugiato vengono spesi 9 złoty al giorno (2 euro) – anche se il budget per i detenuti è ancora inferiore (5-6 złoty).

Dopo l’incidente tutti i centri hanno l’obbligo di informare i propri ospiti, spingendoli a non mangiare cose dall’origine sconosciuta.

Il ministro dell’Interno polacco ha negato che la morte dei bimbi — «una tragedia» — possa essere stata causata da negligenze al centro: ma è stata aperta un’inchiesta, e l’ipotesi di reato è di omicidio preterintenzionale.

Corriere della Sera

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