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Etiopia, la guerra dimenticata. Tigrai, la fame dei bambini dopo 11 mesi di conflitto

Le prime immagini della malnutrizione dei piccoli ricoverati nell’ospedale Ayder di Macallè provano la catastrofe umanitaria nella regione etiope. Addis Abeba ha espulso 7 funzionari Onu per ingerenza.

di Paolo Lambruschi

Dopo 11 mesi di guerra fratricida e oscurata nel Tigrai, da Macallè arrivano le drammatiche foto della malnutrizione che colpisce i bambini, le vittime innocenti. Ce le hanno mandate i pediatri che ne assistono 22 e che hanno scorte di cibo ancora per due settimane: ogni giorno a ciascuno spetta per tre volte solo una fetta di ‘ndjera la “piadina” spugnosa fatta con il cereale locale teff e una zuppa vegetale. Altro non c’è, il cibo e i medicinali arrivano con il contagocce sia per i combattimenti che per i blocchi e i saccheggi dei camion. La catastrofe umanitaria è stata paventata e denunciata da tutti gli organismi internazionali. L’ultimo report Onu parla di situazione senza precedenti per la malnutrizione acuta che affligge l’80% delle 15mila donne incinta o che allattavano visitate.

Il responsabile di Unocha (Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari) nel paese Martin Griffiths ha invitato nei giorni scorsi il governo di Addis Abeba a muovere i camion. Per tutta risposta è stato espulso il 30 settembre con altri 6 funzionari Onu, tra cui la responsabile dell’Unicef per ingerenze in affari interni tra le proteste della comunità internazionale. I piccoli pazienti ricoverati per malnutrizione sono la punta dell’iceberg.

Oltre 400 mila tigrini, stimano gli organismi umanitari internazionali, tra cui tanti loro coetanei, soffrono la fame nelle aree rurali da quando, il 3 novembre 2020, è iniziato il conflitto tra le forze regionali del Tigrai guidate dal partito regionale del Tplf e l’esercito federale etiope alleato con l’esercito eritreo e le forze regionali Amhara.

Il Tigrai, circa 6 milioni di abitanti, a causa della guerra ha perso i raccolti di cereali e il 70% delle strutture sanitarie è stato danneggiato. Finora la guerra è stata caratterizzata da combattimenti aspri, da rovesciamenti di fronte da numerosi crimini di guerra sui civili, compresi stupri etnici ed eccidi di massa, commessi prima contro la popolazione tigrina e, dal 28 giugno, anche in territorio Amhara dai tigrini stando alle dichiarazioni di Michelle Bachelet, Alto Commissario Onu per i diritti umani, nuovo fronte dove ci sono altri 300 mila sfollati interni a rischio fame.

Avvenire

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