Browse By

Etiopia Tigray, la guerra di cui nessuno vuol sapere

Ethiopia, il Tigrai resiste a oltranza. A 3 mesi dall’inizio delle operazioni dell’esercito di Adis Abeba, i leader della regione ribelle non si arrendono. Testimonianze sulle uccisioni di civili e sul rimpatrio imposto dall’Asmara ai rifugiati eritrei

Tigray guerra di secessione dall’Etiopia
Guerra a oltranza nel «contro gli invasori», separatismo dichiarato dal Fronte di liberazione del popolo tigrino con l’Eritrea, mentre emergono episodi di crudeltà raccapricciante. «Dopo tre mesi di guerra nella regione settentrionale dell’Etiopia si moltiplicano le testimonianze di massacri di civili, saccheggi e deportazioni di rifugiati eritrei che sarebbero stati commessi dalle truppe eritree alleate dei soldati etiopi», denuncia Paolo Lambruschi su Avvenire. Da Addis Abeba smentiscono ogni addebito, ma cresce la pressione internazionale sul governo di Abiy Ahmed, premio Nobel per la pace, per far entrare gli aiuti umanitari distribuendoli a tutta la popolazione dopo gli allarmi delle agenzie dell’Onu e delle poche Ong sul campo per l’avanzare della malnutrizione e la mancanza di farmaci e acqua potabile.

La fame arma africana
«La situazione alimentare nel Tigrai era già estremamente grave prima che iniziassero i combattimenti a causa di un’epidemia di locuste e della pandemia di Covid-19», ha dichiarato all’Associated Press il direttore di Oxfam in Etiopia, Gezahegn Kebede Gebrehana. «Quando hanno avuto luogo i combattimenti, molte persone sono fuggite nella boscaglia. Ma quando sono tornati, la maggior parte ha trovato le proprie case distrutte o tutti gli averi saccheggiati», he added.

L’ex presidente tigrino dell’Etiopia
Dopo un silenzio di due mesi è intanto tornato a farsi sentire Debretsion Gebremichael, l’ex presidente della regione settentrionale del Tigrai e leader del Fronte di liberazione del popolo tigrino , deposto lo 4 novembre dai militari di Addis Abeba. Per l’ex presidente ‘la guerra continua’, per il governo federale, guerre vinta e terminata lo scorso 4 novembre con la presa del capoluogo Macallé.

Le tappe della guerra che si sta pericolosamente estendendo riepilogate da Paolo Lambruschi

LE TAPPE / 1
Le tensioni Con le elezioni del 2018 in Etiopia e la nomina alla carica di primo ministro di Abiy Ahmed, che fa sperare inun periodo di stabilità regionale e pacificazione con l’Eritrea. Abiy Ahmed il premio Nobel per la pace del 2019, avvia ben presto un processo di lotta al federalismo etnico. Questa politica determina l’opposizione sia della comunità tigrina che ha governato l’Etiopia per un quarto di secolo, sia di quella oromo, di cui il primo ministro comunque espressione

LE TAPPE / 2
La sospensione delle elezioni politiche nazionali in conseguenza del Covid-19 aumenta le tensioni,mentre le autorità del Tigrai decidono di condurre proprie elezioni in aperta sfida al diniego imposto dalle autorità di Addis Abeba che porta al rapido irrigidimento delle posizioni di entrambe le parti.

LE TAPPE / 3
The conflict. The 4 novembre scorso il premier Abiy Ahmed ordina di riportare l’ordine nel Tigrai. I carri armati di Addis Abeba penetrano nella regione, mentre il Fronte popolare di liberazione del Tigrai respinge l’invito a cedere le armi. Missili tigrini sull’Eritrea ritenuta complice di Adis Abeba,e chiedendo l’intervento della comunità internazionale. Asmara – alleata di Addis Abeba – evita di lanciare una rappresaglia. La crisi umanitaria si aggrava nel blackout informativo.

Una guerra in via di sviluppo
Una lista di 1.031 vittime civili sul sito https://tghat.com/victim-list/ ed è in continuo aggiornamento, ma senza possibilità di verifica. «Intanto dai rifugiati eritrei – 100mila persone accolte in Tigrai in 4 campi – arrivano conferme dei timori dell’Unhcr sulla sorte di molti che vivevano nel campo di Hitsats, cui l’agenzia Onu non ha ancora avuto accesso. I circa 3mila fuggiti in Sudan raccontano che Hitsats è stata prima colpita dalle forze del Tplf a novembre e dicembre».

Esodo come arma, Etiopia Eritrea
La guerra che cresce e tre componenti. Secondo testimoni primi di gennaio, confermano altri testimoni, le truppe eritree che hanno ordinato ai rifugiati di mettersi in marcia verso il confine. Quattro giorni di esodo esodo di donne, elderly and children. A Shiraro i rifugiati sono stati trasportati in centri di permanenza temporanea in tre località eritree, ed il popolo dei disperati in fuga spinto sulle aree che la due nazioni protagoniste di una guerra decennale, ancora si contendono. Usando ora carne da macello.

REMOCONTRO

Please follow and like us: