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Gli aborigeni australiani e i figli dei colonizzatori stessi vizi

di Michele Marsonet

È fallito il referendum in favore degli aborigeni promosso dal premier australiano di origina italiana Anthony Albanese, al potere dal 2022. Il referendum, intitolato ‘Voice’, intendeva attribuire ai nativi (4% della popolazione) la possibilità di costituire un loro organo consultivo che includesse rappresentanti indigeni dei sei Stati e dei due territori autonomi dell’Australia, votati ovviamente dagli stessi nativi.

Gli ultimi delle popolazioni native

Il referendum è stato bocciato con il 57% di no e il 43% di sì. Pertanto gli aborigeni continueranno a essere rappresentati nel parlamento di Canberra come tutti gli altri abitanti, ma senza disporre di un organo consultivo proprio.

Revisione storica dovuta

Quali i motivi del referendum? Albanese lo aveva indetto per completare il processo di revisione storica che aveva condotto il governo, 15 anni orsono, a scusarsi con gli aborigeni per l’occupazione delle loro terre da parte dei coloni europei (soprattutto inglesi), e per le politiche apertamente razziste e discriminatorie adottate nei loro confronti.

I coloni galeotti

L’insediamento britannico in Australia avvenne 235 anni fa, e occorre rammentare che Londra, per molto tempo, utilizzò il Paese come colonia penale destinata ad accogliere criminali e galeotti rinchiusi nelle prigioni inglesi. Il diritto di voto venne concesso ai nativi solo 61 anni orsono.

Altri ‘pellerossa’ da ‘civilizzare’

Moltissimi gli episodi di violenza contro gli aborigeni che condussero alla drastica diminuzione del loro numero. Comune anche l’allontanamento dei bambini dalle loro famiglie per imporre loro un’educazione uguale a quella in vigore nel Regno Unito.
Nonostante questo i nativi sono riusciti a conservare buona parte della loro cultura, che è soltanto orale, e a non perdere la loro identità, di cui vanno molto fieri.

Più poveri ed emarginati

Gli aborigeni continuano tuttavia a essere discriminati sul piano economico con tassi di povertà molto maggiori di quelli dei bianchi. Assai diffusa nella popolazione indigena la piaga dell’alcolismo, dovuta anche alla difficoltà di ottenere lavori dignitosi. E non bastano i pochi casi successo come quello della famosa tennista Evonne Goolagong. Gli aborigeni continuano ad essere, in effetti, cittadini di serie B.

Razzismo all’australiana

Il premier Anthony Albanese non intende tuttavia rinunciare al suo progetto e ha promesso di riproporre in tempi brevi il referendum. Si noti, per finire, che l’organo bocciato avrebbe poteri puramene consultivi, il che dimostra che pulsioni razziste sono tuttora presenti nella società australiana.

REMOCONTRO

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