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Gli Invisibili. Lei e’ Grazia 61 anni, cosentina…

di Maria Luigia Alimena

Lei è Grazia. 61 anni. È cosentina, come me.

Alla povertà siamo abituati a dare un volto estraneo. Forse perché ci spaventa. Forse perché la teniamo lontana, la povertà, coscienti che da quella ha origine e fine tutta la limitazione umana.

Alla dignità siamo abituati invece a dare il volto del pane bagnato dalle lacrime del sacrificio. Delle notti spese a vegliare. Delle mani che trasudano sangue e bisogno.

Grazia ha dignità. Grazia è povertà.

Il suo volto é segnato dalle notti passate su una panchina aspettando il suo orario di lavoro. Lavora dalle 5 alle 7 alla Motorizzazione di Cosenza. Abita a Rende, non guida e non potrebbe comunque permettersi un auto. Prende l’ultimo autobus che la collega al suo posto di lavoro a mezzanotte. Arriva e poi attende su una panchina lì nei pressi.

310 euro è il prezzo di tutta questa dignità.

310 euro per fare la donna delle pulizie in un ufficio pubblico per due ore al giorno.

Grazia 61 anni, la sua vita vale 3, 875 euro circa l’ora.

La notte e i suoi pericoli non la spaventano perché ha bisogno. È sola. Il suo compagno l’ha lasciata, i soldi non bastano neanche per l’affitto e di lei in fondo non importa a nessuno.

La povertà non siamo abituati a guardarla negli occhi ma spesso ha il volto di chi ci passa accanto, di chi è cresciuto nei nostri quartieri, di chi ha amato e sognato sotto il nostro stesso cielo.

La povertà è sempre più simile a volti conosciuti, appartiene ai giovani ed agli anziani. Parla la lingua dell’indifferenza politica, quella dei privilegi sbandierati come beffa ad un popolo che muore. Gettoni di presenza contrassegnati dall’assenza, dai vuoti istituzionali, dai buchi dell’assistenza sociale grandi come voragini.

Grazia è una di quelle che insegna la dignità del non battere i pugni.
Grazia insegna la costanza che rende forti ed impavidi davanti al pericolo.
È una di quelle che non ti giri a guardare perché è diversa da te ma che non guardi perché rappresenta il fallimento di un Paese che non ha più dignità, tutta quella che invece ha la gente come Grazia.

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