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Gli uomini si muovono sempre…

di Nino Fezza

Le migrazioni hanno caratterizzato la storia dell’uomo sin dalla sua origine. L’uomo è nato in Africa, e da li si è spostato in tutti i continenti, cambiamenti climatici, catastrofi naturali, carestie, guerre, persecuzioni, povertà, sono le ragioni che hanno sempre spinto l’uomo a migrare in cerca di una vita migliore.
Le migrazioni sono continuate nella storia e hanno conosciuto momenti e luoghi di particolare intensità: così avvenne quando i Greci colonizzarono l’Italia Meridionale o quando i Romani colonizzarono una gran parte dell’Europa o quando ancora i Barbari venuti dall’Asia si insediarono nell’Europa Centro-settentrionale.


I migranti Italiani.
A cavallo fra Ottocento e Novecento l’Italia ha visto espatriare più di 16 milioni di persone dirette principalmente in Stati Uniti, Canada, Argentina e Brasile, Australia
I primi grandi flussi migratori, tra il 1876 e il 1900, furono quelli in partenza dal Veneto, dal Friuli Venezia Giulia e dal Piemonte. Solo circa quindici anni dopo, il primato passò ad alcune regioni meridionali, la Sicilia seguita dalla Campania, senza che comunque si interrompesse la migrazione dalle regioni settentrionali.

Rispetto alle destinazioni finali l’emigrazione italiana si divise, fra Europa e Americhe, con una prevalenza a favore del vecchio continente di oltre un milione di espatri. Altre significative mete di emigrazione furono l’Australia e l’Africa australe.
Dall’Italia settentrionale si emigrò preferibilmente verso l’Europa e verso i paesi del Sud America (Veneti in Brasile; Piemontesi in Argentina); l’Italia centrale contribuì in misura pari all’esodo sia continentale che extra continentale; dal Mezzogiorno si partì prevalentemente verso le Americhe (90%) privilegiando gli Usa.


Oggi.
Attraverso il Messico i migranti arrivano clandestinamente negli Stati Uniti.
In Sudamerica c’è stato un vero e proprio esodo di venezuelani verso il Perù.
in Asia, è in atto una fuga di massa di oltre 700mila Rohingya rifugiati in Bangladesh perché perseguitati dal governo del loro paese, il Myanmar (dati OCHA, Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari)


Oggi sono tre i paesi da cui sono fuggite più persone, negli ultimi anni. C’è la migrazione drammatica di quasi la metà della popolazione siriana, con oltre 6 milioni di sfollati e più di 5 milioni di persone fuggite all’estero.
Piu’di 2 milioni e mezzo gli afghani sono fuggiti dal proprio paese dal 2001 a oggi, e più o meno altrettanti profughi hanno lasciato il Sud Sudan.
Ma sono consistenti anche i flussi continui di rifugiati somali ed eritrei, che lasciano il corno d’Africa, per l’instabilità della situazione, e per i continui conflitti come nel caso somalo, e dittature sanguinarie, come quello eritreo.
Situazioni drammatiche ci sono anche in Repubblica Democratica del Congo e in Repubblica Centrafricana.


Dai Paesi del sud del mondo si fugge non solo perché la nostra presenza ha impoverito quei paesi a tal punto di costringere oggi le persone a lasciarli, anche perché in molte di quelle terre si combattono guerre che muovono in realtà interessi di Paesi del nord del mondo…

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