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Gli Usa invasi dalle marce per George Floyd ma Trump minimizza: “Poca gente”

La marcia a Washington

Da Washington a New York, tutte le maggiori città americane hanno protestato per la morte di George Floyd in quella che è già una delle maggiori manifestazioni di sempre

Ieri è andata in scena la grande marcia di Washington per la morte di George Floyd, già passata alla storia come una delle più grandi manifestazioni di sempre, e contemporaneamente in tutte le maggiori città americane le persone hanno sfilato, pacificamente, contro il governo razzista di Donald Trump.

Il Presidente, da giorni chiuso dentro la Casa Bianca che ha fatto anche circondare da una rete metallica di protezione e proteggere da un vero e proprio esercito di poliziotti, ha minimizzato sostenendo che ci fosse “meno gente del previsto”.

Ma le foto raccontano un’altra storia.
A Washington proprio la strada che porta alla residenza presidenziale reca a caratteri cubitali, in vernice gialla, quella che è la frase simbolo del movimento per i diritti degli afroamericani: “Black Lives Matter”. L’iniziativa si deve al sindaco della capitale, Muriel Bowser, che ha così “regalato” al movimento una porzione della 16th Street che porta a Lafayette Square. La Casa Bianca, da parte sua, ha definito la prima cittadina “incompetente e in alcun modo qualificata a dirigere una città importante come Washington D.C.”.

I Dipartimenti di Giustizia e di Sicurezza hanno chiuso alle auto un lungo rettangolo che ha come baricentro la Casa Bianca. Questa è stata presidiata da centinaia tra militari e agenti, alcuni a bordo di blindati. Per ridurre il rischio di scontri, le autorità cittadine hanno invece ritirato dalle strade della capitale i regolari dell’esercito professionale. Negli ultimi due giorni, inoltre, non ci sono stati arresti durante le proteste che hanno animato le strade di Washington davanti alla Casa Bianca. Il sindaco ha infine revocato il coprifuoco, spiegando che confermerà la decisione in base a come andrà la “grande marcia”.

Il muro fatto innalzare da Donald Trump a protezione della residenza presidenziale è stato tappezzato di poster, bandiere, disegni e cartelli con gli slogan della protesta. Le barriere di cemento e le recinzioni metalliche sono state decorate con fiori, fiocchi colorati, origami e palloncini in quella che si è trasformata in una sorta di esibizione, una mostra improvvisata con tutti i simboli di chi è sceso in strada per denunciare il razzismo.

Globalist

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