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Il naufragio. Cutro, trovati i corpi di due bambini. Uno ha meno di 3 anni

Sale a 70 il numero delle vittime accertate. E sono almeno 16 i minori annegati

Sale a 70 il numero delle vittime del naufragio di migranti sulla rotta turca, avvenuto domenica 26 febbraio a Steccato di Cutro nel Crotonese. Stamani sono stati trovati i corpi di due bambini: sono dunque almeno 16 i minori annegati. Il numero dei dispersi è stimato fra 25 e 45; sono 81 le persone sopravvissute, che hanno raggiunto terra a nuoto.

Per primo si è trovato il cadavere di un bambino piccolo, non più di tre anni. L’hanno visto in mare, a poca distanza dalla spiaggia, i volontari della Protezione civile che da una settimana scrutano le onde insieme ai sommozzatori dei Vigili del fuoco e della Guardia costiera per restituire ai familiari i corpi dei loro cari.

Nel pomeriggio è stato individuato un secondo corpo di bambino sulla spiaggia di Botricello, a una decina di chilometri da dove l’imbarcazione si è schiantata contro una secca. Il bambino ha un’età apparente di 12-13 anni.

A Crotone continuano ad arrivare i parenti delle vittime. Il Palamilone, dove è stata allestita la camera ardente, resta aperto solo per loro per l’espletamento delle procedure di riconoscimento delle salme ancora senza nome ma anche per dare loro la possibilità di stare ancora accanto ai corpi senza vita dei loro figli, nipoti, zii e cugini.

La bara bianca di un piccolissimo afghano allineata con le altre nel Palasport di Crotone – Ansa

Sarà così anche per i prossimi giorni finché non verranno avviate le procedure per il trasferimento delle salme nei Paesi di origine o nelle città europee dove vivono ora i loro familiari. E’ necessario adesso sbrigare pratiche burocratiche complesse per le quali le associazioni del terzo settore di Crotone stanno dando un aiuto diretto ai parenti delle vittime giunti soprattutto dal nord Europa.

Sono ancora tanti anche i crotonesi che sotto la pioggia vanno davanti all’impianto sportivo per lasciare un fiore o dei messaggi, mentre all’interno del palazzetto la polizia scientifica prosegue nel suo triste lavoro per il riconoscimento delle salme. Finora è stato dato un nome a 59 deceduti. Ne sono rimasti ancora 11 da riconoscere comprese le due vittime ritrovate oggi.

Soprattutto per gli ultimi cadaveri l’operazione è resa più difficile dalle condizioni dei corpi in acqua ormai da alcuni giorni. Gli agenti della scientifica di Crotone eseguono i riconoscimenti sia con i parenti sul posto (mostrando le foto dei corpi o di particolari identificativi su un display), ma molto spesso confrontando direttamente le foto che arrivano via mail dalle famiglie che si trovano nei Paesi di provenienza, soprattutto dall’Afghanistan. In alcuni casi l’identificazione avviene attraverso videochiamate.

Sul fronte delle indagini, la Procura di Crotone vuole sentire i superstiti del naufragio per ricostruire l’attività degli scafisti e lo schianto del caicco sulla secca. Nelle prossime ore, scrive la Gazzetta del Sud, il pm Pasquale Festa titolare del fascicolo avanzerà la richiesta di incidente probatorio al gip del Tribunale di Crotone, Michele Ciociola. L’obiettivo dell’Ufficio guidato dal procuratore Giuseppe Capoccia è quello di cristallizzare le prove dei racconti dei sopravvissuti.

Avvenire

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