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Insicurezza alimentare: allarme rosso in 22 paesi

Rischio di crisi alimentare in 22 paesi. Un rapporto congiunto di Fao e Programma alimentare mondiale mette in luce la gravità della situazione in Pakistan, Afghanistan, Nigeria, Somalia e Yemen

di Fabio Polese

Un recente rapporto congiunto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao) e del World Food Programme (Wfp) ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo l’insicurezza alimentare. Le organizzazioni prevedono che la crisi aumenterà nei prossimi mesi in 22 paesi.

Il documento, intitolato Hunger Hotspots – Wfp-Fao early warnings on acute food insecurity (clicca qui per scaricare il Pdf), identifica 18 hotspots di crisi alimentare urgenti. Il Pakistan, l’Afghanistan, la Nigeria, la Somalia, il Sud Sudan e lo Yemen sono stati posti al livello di allerta più elevato.

Quale significato ha parlare di “insicurezza alimentare” in Pakistan

Nel caso specifico del Pakistan, secondo il rapporto, l’insicurezza alimentare è destinata a peggiorare nei prossimi mesi a causa di una combinazione di crisi economica e politica, unitamente agli effetti delle tremende inondazioni avvenute nel 2022, che hanno causato danni e perdite al settore agricolo per 30 miliardi di rupie (circa 104 milioni di dollari).

Il documento sottolinea che l’attuale rallentamento economico globale, aggiunto a un crescente debito pubblico, ha aggravato la crisi finanziaria in corso. Il Pakistan, infatti, dovrà ripagare un debito estero di 77,5 miliardi di dollari tra aprile 2023 e giugno 2026, una cifra considerevole rispetto al Pil del Paese (350 miliardi di dollari nel 2021).

Bambini in Pakistan – Foto: via Pixabay

Perché la situazione potrebbe peggiorare presto

L’instabilità politica crescente e la lentezza delle riforme stanno impedendo il rilascio di una nuova linea di credito fondamentale dal Fondo monetario internazionale (Fmi) e un ulteriore sostegno dai partner bilaterali.

La crisi, inoltre, potrebbe peggiorare in vista delle elezioni generali previste per ottobre 2023, e questo, insieme alla carenza di riserve estere e alla svalutazione della moneta, sta riducendo la capacità del Paese di importare prodotti alimentari essenziali e forniture energetiche, aumentando i prezzi di cibo e causando tagli di elettricità a livello nazionale.

Gli altri Paesi a rischio di insicurezza alimentare

Tra i paesi a massimo rischio di insicurezza alimentare insieme al Pakistan, troviamo l’Afghanistan, la Nigeria, la Somalia e lo Yemen, che sono stati posti ad un livello di allerta più elevato.

Il crescente carico del debito estero, l’instabilità politica, i disastri naturali e le interruzioni delle catene di approvvigionamento alimentare a causa della pandemia di Covid-19 sono tra i fattori che contribuiscono alla crisi alimentare in questi Paesi.

Afghanistan, 3 milioni di bambini malnutriti

In Afghanistan 4 milioni di persone sono gravemente malnutrite, tra cui 3,2 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni. Il 90% del reddito delle famiglie viene speso per il cibo, mentre il 50% si affida a strategie di sopravvivenza per soddisfare i bisogni alimentari di base.

Secondo il rapporto, sono circa 25 milioni i nigeriani che rischiano di affrontare un’insicurezza alimentare nei prossimi mesi. Un aumento allarmante, rispetto ai 17 milioni di persone attuali. Tra i fattori che guidano questa tendenza ci sono conflitti continui, cambiamenti climatici, inflazione e aumento dei prezzi dei prodotti alimentari.

Somalia, cosa c’entrano i cambiamenti climatici con l’insicurezza alimentare

In Somalia la siccità è un enorme problema. Secondo i risultati dell’ultima valutazione dell’Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), 6,5 milioni di persone sono proiettate a fronteggiare una crisi alimentare in poco tempo, con oltre 220 mila persone che probabilmente affronteranno una fame catastrofica se la prossima stagione delle piogge dovesse fallire per il sesto anno consecutivo.

In Yemen si prevede che entro la fine del 2023 circa 2,3 milioni di bambini sotto i 5 anni soffriranno di malnutrizione acuta. La crisi è stata causata da guerra, declino economico e un accesso sempre più limitato all’assistenza umanitaria nel Paese.

Fao e Wfp: «Serve un’azione urgente»

L’appello urgente è alla solidarietà internazionale e all’azione. «È necessario fornire assistenza immediata per salvare vite umane, ma anche per sviluppare soluzioni a lungo termine che affrontino le cause strutturali dell’insicurezza alimentare», si legge nel documento.

«La sfida è enorme, ma l’impegno globale e la cooperazione possono fare la differenza nella lotta contro la fame e l’insicurezza alimentare», continua il rapporto.

Lotta disperata contro la fame nel mondo

Le organizzazioni sottolineano che le condizioni di vita in questi paesi sono tali che qualsiasi ulteriore peggioramento potrebbe avere conseguenze catastrofiche per le popolazioni locali, portando a un’ulteriore deterioramento dell’insicurezza alimentare e della malnutrizione.

«Bisogna attuare interventi agricoli tempestivi per prevenire la fame, aiutare le persone a ricostruire le loro vite e fornire soluzioni a lungo termine per affrontare le cause profonde dell’insicurezza alimentare», conclude il documento congiunto.

Osservatorio Diritti

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