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«Io, autista dei bambini con tumore che vanno curati ogni giorno»

Claudio Raina fa il servizio di trasporto al San Matteo di Pavia dei piccoli malati di leucemia. «Siamo una famiglia allargata, ma con l’emergenza coronavirus non posso più giocare con loro»

di Fausta Chiesa

«Mascherina, guanti, non si gioca più assieme, ma in ospedale bisogna andare tutti i giorni: io e gli altri volontari non molliamo». Chi parla è Claudia Raina, volontario di Agal (Associazione Genitori e amici del bambino leucemico) , che si definisce un «ragazzo di 62 anni». In pensione da due anni e mezzo, dopo cinque mesi si era stancato di riposare. «Abito a Cava Manara, in provincia di Pavia. Ho conosciuto Agal tramite amici che erano già volontari. Mi sono iscritto come socio volontario. E sono due anni che trasporto le mamme e i bambini dalle strutture di Agal in cui sono accolti gratuitamente al day hospital del San Matteo di Pavia». L’associazione ha sede presso la Clinica di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico San Matteo.

Avanti e indietro la mattina e il pomeriggio tutti i giorni, perché le terapie per chi ha un tumore al sangue non si possono interrompere. «Da quando c’è l’emergenza coronavirus – spiega Claudio – abbiamo ricevuto indicazioni da ospedale di avere il minor contatto possibile con i bambini, che sono immunodepressi per via delle terapie. Oltre a indossare sempre mascherine e guanti, non possiamo più avere il rapporto di prima: siamo come una famiglia allargata, giochiamo coi bambini, prendiamo il caffè con le loro mamme nella cucina comune… adesso la casa è tutta sigillata per la loro incolumità. Le mamme hanno spiegato che non possono avere contatto fisico con noi».

Claudio più che per sé ha a cuore la salute dei bambini e infatti ha deciso di continuare il servizio, mentre altri suoi colleghi, vuoi perché più anziani o perché più timorosi, hanno temporaneamente sospeso la loro attività: da 25 autisti che erano, sono rimasti in meno di una decina. «Le cure – spiega Claudio – non soltanto sono quotidiane, ma possono durare mesi o anche anni e noi dobbiamo essere a disposizione».

L’Ospedale è uno dei centri italiani più all’avanguardia per questo tipo di patologie: qui, infatti, vengono effettuate sofisticate e complesse terapie sui piccoli pazienti provenienti da tutta l’Italia e da diverse parti del mondo. Agal, nata a Pavia nel 1982 dal desiderio di un gruppo di genitori di bambini malati di offrire ad altre famiglie un aiuto concreto per affrontare meglio la dura esperienza della malattia, opera su diversi fronti per cercare di «alleggerire» il più possibile il dramma della malattia. L’associazione è presente fin dall’ingresso in ospedale con un punto di accoglienza dove offre orientamento e servizi di mediazione linguistica e patronato. In reparto cerca di regalare un po’ di serenità ai bambini ricoverati attraverso laboratori di gioco e musicoterapia. Durante il lungo e difficile periodo delle cure in day hospital, Agal offre ospitalità totalmente gratuita alle famiglie che non possono permettersi un alloggio temporaneo.

Nel 2018 Agal ha accolto nelle sue case a Pavia, a poca distanza dall’ospedale, 161 persone. I luoghi dell’ospitalità sono Casa Mirabello, grande edificio di 500 mq composto da 10 camere con bagno (23 posti letto), cucina e sala da pranzo comuni, ludoteca, lavanderia e spazio verde esterno attrezzato con giochi, e 3 appartamenti indipendenti completamente attrezzati (12 posti letto). Nel maggio 2019 è stata inoltre inaugurata Casa dei Melograni, nuova struttura di accoglienza a Pietra de’ Giorgi, nell’Oltrepo Pavese. Divisa in sei mini alloggi autonomi per 24 posti letto, è dotata di aree comuni come il locale lavanderia e stireria e un’area giochi, ed è circondata da un’ampia area verde con un campo sportivo e un parco giochi inclusivo per persone con ridotta mobilità. La struttura è ospitata negli spazi dell’ex asilo parrocchiale di Castagnara riqualificato dal Comune di Pietra de’ Giorgi nell’ambito del Progetto Oltrepò (bio)diverso, con il fondamentale contributo del Programma Intersettoriale AttivAree di Fondazione Cariplo.

www.corriere.it

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