Lettera aperta degli insegnanti nel nord-ovest della Siria Ai leader mondiali.
“Siamo gli insegnanti di studenti nel nord-ovest della Siria che vengono deliberatamente presi di mira nelle loro case, aule e mentre vanno a scuola.
Andiamo al lavoro spaventati da un altro attacco e sappiamo che questi continui bombardamenti influenzeranno i nostri alunni per il resto della loro vita.
La nostra lettera non potrebbe essere più urgente.
La mattina presto di mercoledì 20 ottobre, quattro studenti e un nostro collega, l’insegnante di arabo Qamar Hafez, sono stati tragicamente uccisi mentre andavano a scuola quando le forze governative siriane hanno attaccato la città di Ariha nel sud di Idlib con proiettili di artiglieria.
Almeno 55 bambini sono stati uccisi negli ultimi quattro mesi dai governi siriano e russo, quasi un bambino a giorni alterni, e un milione di bambini a Idlib sono terrorizzati, pensano che loro potrebbe essere il prossimo a morire o che potrebbero perdere il loro migliore amico in qualsiasi momento.
Come gli insegnanti di tutto il mondo, siamo profondamente impegnati nei confronti dei bambini a cui insegniamo e facciamo tutto il possibile per cercare di proteggerli, ma non è sufficiente.
Abbiamo bisogno che i leader mondiali fermino gli attacchi e assicurino che i bambini siano al sicuro e in grado di continuare la loro istruzione.
Siamo addestrati a evacuare l’aula quando cadono le bombe. Eseguiamo regolarmente esercitazioni con i bambini poiché abbiamo solo pochi minuti quando c’è un avviso che un aereo da guerra si sta avvicinando, quindi dobbiamo muoverci velocemente. L’allenamento stesso può confondere i bambini piccoli che non capiscono che stiamo praticando.
Ogni volta che un aereo da guerra è nelle vicinanze, chiediamo ai bambini di mantenere la calma e li portiamo di corsa in un rifugio, di solito una piccola stanza sotto le scale, dove ci nascondiamo per ore finché non è sicuro uscire.
Sono i momenti più difficili.
Rispondiamo alle chiamate e ai messaggi dei genitori e facciamo tutto il possibile per aiutare quando i bambini si fanno prendere dal panico e chiedono di tornare a casa.
Uno dei nostri studenti, Jamila al Jasem, di dieci anni, è stato ucciso a luglio. Era già fuggita da casa molte volte a causa degli attacchi, ma non c’era più un posto sicuro dove andare e alle 5 del mattino del 12 luglio, le forze di Assad hanno bombardato la sua casa uccidendo Jamila.
Nessuno dei suoi compagni di terza elementare si sarebbe seduto sulla sedia di Jamila per un mese fino a quando non fosse arrivato un nuovo studente“.
https://thesyriacampaign.medium.com/open-letter-from-teachers-in-northwest-syria-8a8b03604d8e
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