Browse By

Libia, allarme Unicef: 1.800 bambini da evacuare dalla zona dei combattimenti. Intanto gli sfollati salgono a 27.000…

Sono “a rischio imminente di ferite o morte a causa dell’escalation dei combattimenti, i peggiori degli ultimi anni”. L’Onu: le persone sono costrette ad abbandonare le aree colpite per via di combattimenti, bombardamenti, attacchi aerei, o mancanza di elettricità e acqua. Secondo l’Oms, è salito a 213 morti e 1009 feriti il nuovo bilancio dei combattimenti.

Sono circa 1.800 i bambini che hanno urgente bisogno di essere evacuati dalle zone in prima linea di combattimento in Libia, mentre altri 7.300 hanno già abbandonato le loro abitazioni a causa delle violenze. Dall’inizio del conflitto, sono circa 500mila i minori colpiti in tutta la parte occidentale del Paese. Questo l’allarme lanciato oggi dal direttore generale dell’Unicef e dal rappresentante speciale del Segretario generale dell’Onu per i bambini ed i conflitti armati in una dichiarazione congiunta.

Un numero crescente di bambini è a rischio imminente di ferite o morte a causa dell’escalation dei combattimenti, i peggiori degli ultimi anni, a Tripoli e dintorni”, recita la nota del direttore Henrietta Fore e del rappresentante speciale Virginia Gamba. “Ricordiamo a tutte le parti in guerra in Libia – continua la nota – l’obbligo di proteggere i bambini in ogni momento, nel pieno rispetto del diritto internazionale. Uccidere, ferire e reclutare bambini, gli attacchi su strutture scolastiche, mediche e idriche sono tutte gravi violazioni dei diritti dei bambini e devono cessare immediatamente”. E poi: “Esortiamo inoltre un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli per tutti i bambini bisognosi, e un cessate il fuoco per consentire ai civili di lasciare in sicurezza le aree in conflitto. I bambini che vi sono intrappolati rischiano di finire il cibo e di perdere l’accesso alle cure mediche. Non potendo lasciare queste zone, non possono cercare protezione o assistenza in tutta sicurezza”.

L’Unicef ritiene necessario che “il principio del non respingimento debba essere rispettato – continua la nota – I minorenni non accompagnati, molti dei quali sono in transito nel paese, sono a rischio di gravi violazioni, tra cui il reclutamento, la violenza sessuale o il rapimento“. I combattimenti stanno anche privando i bambini del loro diritto all’istruzione. L’anno scolastico è stato sospeso in tutte le scuole nelle zone colpite dal conflitto e sette istituti stanno attualmente ospitando famiglie sfollate. Un recente attacco a un magazzino scolastico ha distrutto 5 milioni di libri di testo e i risultati degli esami scolastici nazionali.

Intanto, è salito a 27mila il numero degli sfollati dall’inizio degli scontri armati a Tripoli, scrive l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari in un aggiornamento, mentre secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) è salito a 213 morti e 1009 feriti il nuovo bilancio dei combattimenti. I medici dell’Oms “continuano ad assistere” il personale degli ospedali locali per gli interventi chirurgici, si legge in un tweet dell’organizzazione che ha denunciato il danneggiamento di altre due ambulanze e ha fatto appello a tutte le parti in Libia a “proteggere i civili, il personale sanitario e le strutture mediche: non sono un obiettivo”. Le persone sono costrette ad abbandonare le aree colpite per via di combattimenti, bombardamenti, attacchi aerei, così come per la mancanza di servizi chiave e beni come elettricità e acqua. Molti dei civili, è scritto nell’aggiornamento, sono riusciti a uscire dalle aree rischiose grazie agli “interventi delle Nazioni Unite, che hanno chiesto un passaggio sicuro per i civili in aree colpite da conflitti. Attraverso questo corridoio umanitario, anche i primi soccorritori hanno potuto assistere le persone che hanno deciso di rimanere nelle aree colpite per proteggere i loro beni”.

La Libia ha sofferto per più di sette anni di conflitto che ha lasciato almeno 820mila persone, tra cui circa 250mila bambini, nel disperato bisogno di assistenza umanitaria e la situazione si sta nuovamente deteriorando. “Per il loro bene, e per il futuro del paese, i combattimenti devono cessare”, scrivono Fore e Gamba…

www.ilfattoquotidiano.it

Please follow and like us: