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Lino ha tagliato le sue trecce blu: a Scampia il problema non è la camorra, sono i capelli dei ragazzini…

Lino e le sue trecce blu

Le trecce della discordia sono state tagliate, ma non è una vittoria per la scuola. Più che altro, una sconfitta per la libertà personale.

di Giuseppe Cassara’

Alla fine ha vinto la scuola, ma questa volta non è una buona notizia. Lino, il ragazzo di 12 anni che si è visto rifiutare l’ingresso in aula a causa delle sue treccine blu che andavano contro le severissime regole dell’istituto, ha deciso di tagliarsi i capelli. Lo ha fatto per tornare in classe, per chiudere una vicenda ridicola ma su cui vale la pena fare una riflessione.

L’Istituto in questione si trova a Scampia, una zona di Napoli tristemente nota. Una zona come questa è ovvio che debba dare importanza alle regole, al valore di farle rispettare. Ma in una scuola si deve insegnare anche altro: per esempio l’importanza di non sentirsi giudicare per come si appare.

L’importanza di stabilire regole che premino il merito e non l’apparenza. Lino, da questa esperienza, potrebbe aver imparato che non ha libertà di decidere della propria vita, del proprio corpo. La lezione che ha impartito questa scuola di Scampia è che per accedere a un servizio che è nel diritto di Lino (la scuola media è ancora scuola dell’obbligo) bisogna sottostare a regole altre, decise a discrezione della scuola. Che, a ben pensarci, è un ragionamento che non si discosta poi tanto dal metodo mafioso: comando io, regole mie. Anche sulla tua vita, sulle tue scelte, sul tuo modo di vestire, pensare, esprimerti. Insomma: non sei libero, e sei stupido anche solo per averlo pensato.

Io spero di sbagliarmi. Spero che Lino sappia che le sue trecce blu non lo rendevano stupido o ignorante e abbia scelto di tagliarle per amor di pace, perché non aveva voglia di entrare in una polemica che era già rimbalzata sui giornali. Lo capirei, perché offrirsi al giudizio degli imbecilli che infestano internet è un’impresa che non tutti vogliono affrontare. Ma spero che sappia che, se avesse voluto, quelle trecce le avrebbe potute tenere, che sarebbe stato un suo sacrosanto diritto e che nessuno, nessuno, aveva il diritto di dirgli il contrario.

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